Martinsicuro. A proposito di trivellazioni in Adriatico. Sulla vicenda legata al pozzo Donata, al largo della costa di Martinsicuro, l’associazione Città Attiva avanza delle riflessioni sul ricorso e sul dibattito che si è generato in queste settimane.
“Siamo fiduciosi che questa vicenda si risolva positivamente visto che ci sono molti argomenti a favore della revoca della predetta autorizzazione”, si legge in una nota. “Non ci sfugge che senza il comitato “no triv “che ha portato il problema all’attenzione della politica locale, ci saremmo ritrovati con un pozzo petrolifero davanti alle nostre coste. Per questo vogliamo ringraziare questo comitato che, con il suo fondamentale apporto, ci offre un’occasione per correggere una evidente forzatura verso l’ambiente.
Non ci sfugge, altresì, che la situazione che ci obbliga a ricorrere al Presidente della Repubblica sia dovuta ad una certa “distrazione “della classe politica nazionale che in caso di “attenzione “ci avrebbe portato a gestire la situazione con un normale ricorso al TAR.
“Siamo molto sensibili ed attenti a questo aspetto”, si legge ancora, “perché Martinsicuro ha già dovuto pagare per una omissione di informazioni svariate migliaia di euro per un famigerato debito che ha condizionato pesantemente la nostra attività amministrativa nel biennio 2015-2016. Situazione che abbiamo provveduto a fronteggiare, noi sì, con la diligenza ed il senso di responsabilità del buon padre di famiglia”.
Nel 2015, con Città Attiva al governo cittadino (con Paolo Camaioni sindaco) disse formalmente no alla trivelle in mare e allora si parlava di perforazioni nella Costa dei Trabocchi.