Il terzo tempo, nel basket, è una tecnica di gioco che permette di effettuare un tiro in avvicinamento al canestro avversario e consiste nell’esecuzione di due appoggi di piede (i primi “due tempi”) e di un salto (il “terzo tempo”), al termine del quale si conclude a canestro.
Il campo di gioco è quello del Partito Democratico, quello provinciale. Per noi è, e resterà sempre, il miglior terreno sul quale confrontarsi.
Quello che abbiamo visto accadere al Bim, è esattamente il “terzo tempo” di una scriteriata partita, iniziata poco dopo l’estate, ed i cui primi “due tempi” sono stati poggiati sulla Provincia e sul Ruzzo, da un finalizzatore del gioco, bene o male (a seconda dei punti di vista) ispirato da un navigato allenatore, attorniato da una variegata compagnia di nuovi vice allenatori e con vecchi e nuovi compagni di squadra.
Perché si comprenda la metafora cestistica, occorrono due precisazioni: la prima, che in realtà
quello dei giorni scorsi era non il terzo, bensì il quarto tempo, visto che il primo movimento era iniziato con l’appoggio malcelato, ma noto a tutti, alle consultarie teramane del Partito, di un candidato sindaco diverso rispetto a quello scelto dalla base, per cui si sarebbe dovuto da tempo contestare, dalla Federazione Regionale e dal Nazionale, l’infrazione di passi e dunque la violazione del Regolamento di gioco”, “spudoratamente” invocato, invece, in altre occasioni, a volte anche in modo volgare e provocatorio
La seconda considerazione è che il gesto tecnico del “terzo tempo” può essere bello quanto ti pare, ma se sei così sprovveduto da richiedere assist, palleggiare e fare “tagliafuori” in accordo con i giocatori avversari, beh… allora non c’è verso che tenga: sei sulla buona strada per perdere la partita, perché, benché rendendotene perfettamente conto, hai scelto di andare a canestro nella tua metà campo, facendo quello che, questa volta nel calcio, verrebbe definito come un clamoroso autogol.
Come ogni sport di squadra, il basket necessita di disciplina, correttezza, sacrificio e, come in ogni sport, il pubblico gioca un ruolo fondamentale, supportando la squadra e incoraggiandola specie nei momenti difficili. Ma una squadra fatta di giocatori che giocano solo per sé stessi, che pensano ad inseguire propri disegni personali disinteressandosi del risultato, è destinata a perdere il suo pubblico, a finire nei bassifondi della classifica.
Se si trattasse solo di una partita di basket, non ci sarebbe nessun problema e tanto meno necessità di scrivere nulla. La realtà è che quello che abbiamo raccontato è purtroppo il triste, recente epilogo, speriamo, di una conduzione provinciale del Partito Democratico che, iniziata parecchio tempo fa, caratterizzata da personalismi, accordi politico-partitici presi dai singoli senza condivisioni, rimescolamenti dei gruppi congressuali avvenuti per interessi elettorali e non per ricercare l’unità del partito, ha progressivamente determinato lo scollamento della base elettorale e la disaffezione da parte di chi, ovviamente, non può comprendere e giustificare questo tipo di comportamenti. Insomma un partito, quello provinciale, che da troppo tempo ha navigato a vista perdendo tanti, troppi, Comuni e tanti attori (Sindaci rivieraschi, il Presidente del partito, vari capigruppo…).
Questo il motivo per cui RED ha deciso di “rompere” il silenzio in un momento in cui sarebbe stato forse strategicamente (ma anche ipocritamente) opportuno stare zitti, per via delle ravvicinate elezioni regionali. Perché non si può continuare a tacere ed occorre invece iniziare un’opera di ricostruzione del Partito portando avanti un progetto politico nuovo, credibile, alternativo alle destre e al populismo, che guardi all’inclusione e non all’esclusione, coerente insomma con il nuovo scenario che si sta costruendo in questi giorni a livello regionale e nazionale e che siamo certi si affermerà il 10 febbraio in Abruzzo ed il 3 marzo in Italia, permettendo di liberare il campo da personaggi ingombranti e nefasti, oramai anacronistici e inadeguati.
Red è la piccola costola che è dal lato del cuore di questo PD e ha sempre cercato il confronto tra le parti, ha sempre avuto un dialogo con tutte le anime del partito perché così riteniamo che vada costruita la strategia vincente. Includendo, non escludendo e soprattutto mettendo al centro gli interessi della collettività. Visti gli ultimi avvenimenti è innegabile che sia in corso, nostro malgrado, un doloroso processo di lotte intestine, che non avremmo di certo voluto vedere. Ma ciò nonostante, occorre prenderne atto e affrontarlo, in quanto non più rinviabile, se questo è il prezzo da pagare, perché si sa: la grandezza di Roma non fu fatta in un giorno, e passò purtroppo per un necessario, doloroso, fratricidio.
RED Progressisti teramani