Giulianova. I sei delegati del Comitato di Quartiere Giulianova Lido si dimettono in massa attraverso una lettera inviata al sindaco Francesco Mastromauro.
Eletti lo scorso 23 giugno, Luigia Caponi, Stefania Dal Pozzo, Ercole Di Pancrazio. Federica Di Pietro, Stefania Galimberti e Pietro Panizzi, hanno avuto, dalla prima assemblea, alcune frizioni con la presidente, Grazia Corini.
“Dal momento – scrivono – che, nella penosa vicenda che ha visto coinvolto il neo eletto Comitato di quartiere Lido, ogni tentativo di giungere ad una soluzione condivisa pare essere venuto meno, i sottoscritti rassegnano le loro dimissioni da delegati. Abbiamo deciso di farlo in gruppo e pubblicamente rivolgendoci a Lei, per sottolineare e denunciare la gravità della situazione che si è venuta a creare e per informare i cittadini tutti dei fatti occorsi. Il Regolamento per la partecipazione popolare riconosce al più votato la figura del presidente, che viene eletto quindi in base alla sua popolarità e indipendentemente dalle capacità di gestione del gruppo e dalla sua leadership riconosciuta”.
I sei delegati lamentano “un’interpretazione fortemente verticista e autoritativa di questo Regolamento, l’attuale presidente ha di fatto impedito che un Comitato eletto di dieci persone potesse lavorare e prendere decisioni secondo il principio democratico di maggioranza. Fin dal giorno dell’elezione del Comitato, l’azione presidenziale non ha previsto nessuna preventiva informazione, né collegialità, né rispetto delle opinioni, né discussione aperta e democratica con i delegati, ma un arroccamento irragionevole e ostinato fino all’indegna umiliazione dell’intero gruppo in un’assemblea pubblica, portando solo ad un ulteriore discredito delle istituzioni cittadine e delle forme di partecipazione popolare. La Commissione di garanzia ha difeso e spalleggiato questa interpretazione, sottolineata nel parere rimesso in data 14 luglio e ribadita con forza nell’ultimo incontro pubblico di venerdì 3 agosto, non lasciando di fatto spazio a nessuna possibilità di un lavoro comune sulla base del confronto e delle più elementari regole democratiche. I delegati sottoscritti, che sono cittadini, lavoratori, padri e madri di famiglia che prestano il loro contributo in modo del tutto volontario e disinteressato, non possono accettare più a lungo di essere considerati democraticamente incapaci e bisognosi di un tutore”.
“Abbiamo deciso perciò, dopo lunga e sofferta riflessione, di rassegnare le nostre dimissioni, certi che i cittadini che ci hanno eletto capiranno che il nostro è un gesto responsabile e civile per tutelare la fiducia che hanno riposto in noi e per restituire dignità ad una partecipazione popolare che vogliamo più adulta e indipendente”, concludono.