Giulianova. Attraverso una lettera, il presidente dela Consulta cittadina per la Democrazia Partecipata, Carlo Di Marco ha annunciato le proprie dimissioni.
Di Marco ha spiegato che “in una lettera del 10 agosto avevo rammentato al Sindaco la trascorsa scadenza del termine per la convocazione del Forum cittadino sulla riqualificazione di Piazza Dalla Chiesa secondo il combinato disposto fra gli artt. 43 e 46 del vigente regolamento sulla democrazia partecipativa, essendo stata depositata al Protocollo generale del Comune in data 5 luglio 2021 la relativa richiesta da parte di n. 196 cittadini residenti. Egli, infatti, avrebbe dovuto convocare il Forum richiesto entro il 4 agosto 2021. Alla lettera de qua (inviata anche alla delegata alla democrazia partecipativa) non abbiamo ottenuto risposta alcuna. In ordine di tempo, questo è solo l’ultimo di una serie di fatti che inducono a ritenere sensibilmente retrocessa, a Giulianova, l’esperienza democratica della partecipazione popolare iniziata oltre dieci anni orsono con l’approvazione del vigente regolamento specifico, per lo più inattuato. Si tratta di un regresso costante e vistoso che non è iniziato con questa amministrazione comunale, ma ben prima con la maggioranza che quel regolamento aveva portato in Consiglio comunale. Dopo un iniziale consistente investimento che aveva reso possibile la nascita di cinque comitati di quartiere eletti a suffragio universale in un clima di entusiasmo, infatti, la precedente amministrazione disinvestiva totalmente in partecipazione popolare. A nulla era valsa la proposizione di un Piano strategico per il rilancio presentato dalla Consulta nel 2016 (allora presieduta dal compianto Luciano Crescentini), rimasto nei cassetti dove ancora giace. In mancanza di fondi, non potevano essere ricostituiti i comitati di quartiere quasi tutti dissoltisi per un pessimo rapporto fra partiti e fenomeno partecipativo; il Sindaco Mastromauro riaprì i termini alcune volte: ad esempio, per la ricostituzione del Comitato di Quartiere del Paese (non andando a buon fine per il mancato raggiungimento del numero minimo di candidati), per l’elezione di componenti mancanti del Comitato Annunziata e per la ricostituzione del Comitato Lido; il Sindaco Costantini non ha mai aperto questi termini neanche in occasione della fine del mandato del Comitato Lido; a nulla è valsa la proposizione di un piano minimo di rilancio della partecipazione popolare presentato dalla Consulta in data 7 febbraio, rimasto letteralmente lettera morta. Potrei andare avanti nel riferire tanti altri fatti, ma non è questo il motivo di questa lettera”.
“La recente decadenza del Comitato Lido – aggiunge -, infatti, ha determinato una situazione completamente nuova nella composizione della Consulta da me presieduta: non essendo stati aperti i termini per la ricostituzione del Comitato come prescritto dal regolamento, la Presidente decaduta cessa anche di essere di diritto nella Consulta. Ne discende che i membri della Consulta, al momento, sono due presidenti di altre consulte, il Presidente del Comitato di Quartiere dell’Annunziata e lo scrivente che pur avendo diritto di voto, svolge prevalentemente un ruolo di coordinamento e di garanzia. L’organismo consultivo, in altre parole, ha perso il suo carattere tipico di coordinatore e promotore delle realtà partecipative intese nella loro completezza. Chi scrive presiede non più una Consulta della partecipazione popolare, bensì, in prevalenza, una consulta di due presidenti di altrettante consulte nominati dal Sindaco e un solo Presidente di Quartiere eletto a suffragio universale dai cittadini. Ringrazio il Sindaco per avermi nominato mostrando così apprezzamento per la mia persona, ma credo che mi abbia nominato anche per la mia coerenza e questa mi induce a lasciare. La riconquista della natura rappresentativa della Consulta per la Democrazia partecipativa passa attraverso la ricostituzione dei Comitati di Quartiere e la formazione di altre Consulte. Al momento non posso che considerare inutile la mia presenza e rimetto al Sindaco ringraziandolo, come già fatto, il mandato conferitomi. A fronte dell’evidente retrocessione dell’esperienza partecipativa a Giulianova sopra denunciata, per concludere, mi permetto di raccomandare con un po’ di amarezza alcune cose che ritengo importanti: ai cittadini: i comitati non si ricostituiscono solo se i sindaci aprono i termini, essi si possono costituire e ricostituire sempre e comunque anche a prescindere dalle norme regolamentari di un Comune. Ricordo a tutti che per fortuna l’articolo 18 della Costituzione garantisce a tutti i cittadini la più ampia libertà associativa. Coraggio! Costituiamo comitati promotori in ogni quartiere per non dissolvere il patrimonio partecipativo faticosamente conquistato. Ai partiti: abbiate tutti la forza e la volontà di non permettere il dissolvimento dell’esperienza partecipativa giuliese che ha fatto scuola. Passa da qui il vostro rinnovamento, non dai seggi che riuscirete a conquistare con quei pochi voti di chi ancora vota. Alle associazioni apartitiche: ho la gioia e l’immenso piacere di aver fondato insieme ad altri volontari l’Associazione Demos che continuerà nella sua missione: promuovere, progettare e affiancare tutte le esperienze di democrazia partecipativa”.
“Nei limiti posti dai rispettivi statuti, uniamo i nostri sforzi per favorire la formazione e il lavoro dei cittadini che vorranno impegnarsi nella ricostruzione dell’esperienza partecipativa a Giulianova. Buona democrazia”, conclude Di Marco.
Giulianova 1 settembre 2021
Prof. Carlo Di Marco