Le elezioni del Presidente della Provincia passeranno alla storia come caso da studiare da parte di politologi, sociologi, psicologi sociali, psichiatri.
Costituiscono la sintesi di tutte le contraddizioni e di tutti i paradossi che caratterizzano una classe politica locale trasversale e unanimemente orientata a perseguire propri interessi e tornaconti personali, con buona pace del bene dei territori e del bene dei cittadini.
Il PD, che nel nome di una “visione alta della politica”, consuma accordi vomitevoli con FdI.
Costantini che arriva a tradire se stesso. L’indole a perpetrare l’inganno come strumento di perseguimento di interessi personali, il personaggio ha sempre dimostrato di possederla, a partire dal padre di tutti i tradimenti, quello perpetrato ai danni dei giuliesi, allorquando, presentandosi come civico contro la Lega, carpì i consensi dei cittadini di Giulianova al grido di “mai la Lega al governo di Giulianova”, salvo poi, una volta eletto, passare alla Lega e diventare il sindaco del partito secessionista.
Ma l’apoteosi il sindaco la raggiunge con la “fine” strategia architettata per far eleggere un presidente che poi gli avrebbe assicurato la vice presidenza.
Come coordinatore provinciale della Lega raggiunge un accordo per sostenere la candidatura del sindaco di Martinsicuro, dando solennemente l’indicazione agli amministratori leghisti di votare Vagnoni.
Nottetempo e nel segreto dell’urna, trama contro la Lega, contro i suoi iscritti e dunque contro se stesso”, sostenendo il sindaco di Valle Castellana, D’angelo, per ottenere per sé la vice presidenza e realizzare così la leggendaria “filiera dritta”, con la quale motivò il famigerato inganno ai danni dei cittadini giuliesi.
Un capolavoro di schizofrenia politica che, riteniamo, non abbia precedenti.
L’ulteriore paradosso è che il nostro ondivago personaggio contribuisce, per perseguire le proprie ambizioni personali, ad eleggere a Presidente della Provincia chi dalla provincia di Teramo e dell’Abruzzo voleva fuggire per portare Valle Castellana nelle Marche.
Si ricorderà, infatti, che nel marzo 2020, D’Angelo organizzò e celebrò un referendum fra i cittadini di Valle Castellana chiedendo di fuggire dall’Abruzzo e di aderire alla regione Marche. Ora, questo aspirante secessionista è diventato, grazie al contributo di Costantini, Presidente della Provincia di Teramo.
Se non fosse drammaticamente la dimostrazione dell’infimo spessore della classe politica locale, tutto questo avrebbe la caratteristica di una grottesca farsa.
( Riccardo Salvatore )