Si è svolta ieri sera 04 dicembre, come da regolare convocazione, la prevista adunanza pubblica della Consulta per la democrazia partecipativa del Comune di Giulianova.
All’ordine del giorno vi erano, fra gli altri, i seguenti punti: Rapporti fra Amministrazione comunale e istituti di partecpazione. Punti critici e prospettive di rilancio; Piano d’Azione 2016 ed altri impegni precedenti. Grado di attuazione e impegni futuri.
“Per la loro discussione – spiega il Presidente Carlo Di Marco – sarebbe stata opportuna la presenza del Sindaco e degli Assessori comunali e non a caso, infatti, all’adunanza erano stati tutti invitati: Consigliera delegata alla democrazia partecipativa, Sindaco, Assessori, e Consiglieri comunali. Tutti hanno apprezzato, peraltro, la presenza della Consigliera delegata Antonella Guidobaldi la quale, più che garantire il tramite fra istituti della partecipazione e Sindaco non poteva fare e certo il suo ruolo ha saputo svolgerlo, Ma tutti hanno anche notato il passo indietro dell’Amministrazione comunale che ha ‘indebolito’ la sua presenza nella Consulta poiché fa ora a meno di un componente la Giunta, ben sapen-do che un consigliere comunale non può dare risposte politiche”.
Secondo la Consulta per la Democrazia “nei rapporti fra Amministrazione comunale e istituti della partecipazione popolare da tempo si registra uno scadimento del dibattito della di-scussione e del confronto, giunto purtroppo anche a toni non accettabili, in specie per quanto attiene: alla relazione fra Sindaco e Forum cittadino dell’11 e 12 gennaio sulla riqualificazione di Piazza Dalmazia;al rapporto diseguale, manifestato e ostentato dal Signor Sindaco e da alcuni assessori fra i Comitati di Quartiere della nostra Città. Nel primo caso è apparso quanto meno irriguardosa dell’ammirevole lavoro partecipativo svolto da cittadini e dai volontari nel Forum di gennaio, la mancata risposta del Sindaco alle risultanze dell’evento deliberativo, peraltro, da lui convocato. Nel secondo caso, sembrerebbe particolarmente inopportuno il rapporto ‘diseguale’ impostato dall’Amministrazione comunale nei confronti dei comitati di quartiere privilegiandone uno a danno dell’altro. E persino incomprensibile appare la mancata risposta a segnalazioni, proposte ed in-viti del Comitato Lido elencate più volte dalla sua Presidente. Sono emersi dal ricco e approfondito dibattito altri importanti elementi di frizione come la mancata attuazione del Piano strategico della Consulta del 2016, parimente ignorato da questa Amministrazione comunale come dalla precedente. Tale Piano, come è noto, contiene progetti per la costituzione del Consiglio comunale dei ragazzi; per la ricostituzione dei Comitati di quartiere disciolti; per la formazione continua sulla democrazia partecipativa; per lo svolgimento delle Assemblee mensili del Sindaco (imposte dal regolamento comunale, ma mai convocate, né da questo Sindaco, né dal precedente); per la realizzazione del Patto con i cittadini previsto dal regolamento per la cura e la rigenerazione dei beni comuni del 2015 (anch’esso letteralmente ignorato da questa maggioranza di governo come dalla precedente). Di particolare gravità è sembrata, peraltro, la proposta portata nella scorsa adunanza della Consulta da una consigliera comunale di maggioranza di espungere dal regolamento sulla cittadinanza attiva (si ripe-te: mai attuato) le parole “verde pubblico”. Tale richiesta illustrata in ma-niera incompleta, non era supportata da un documento scritto dal quale si potessero esaminare in dettaglio gli emendamenti proposti. Alla nostra ri-chiesta degli emendamenti si è opposto un incomprensibile rifiuto, come se lo studio di un emendamento potesse essere fatto sulle parole. Ciò fa pensare, purtroppo, a un tentativo maldestro di sottrarre ai cittadini anche la possibilità di gestire con i Patti (articolo 5 regolamento) il verde pubblico: dalle piccole aiuole ai parchi. L’opportunità dell’incontro svoltosi ieri sarebbe stata da cogliere dagli assenti, per chiarire tutti gli elementi di frizione e recuperare un rapporto dialogico in una consiliatura nata all’insegna della partecipazione popolare, come nelle reiterate promesse fatte in campagna elettorale da tutti i candidati sindaci. Come non sottolineare, peraltro, l’atteggiamento quasi snob: sarebbe bastato semplicemente comunicare preventivamente, per educazione e in un modo o nell’altro, la propria assenza. Come d’altronde ha fatto in un breve comunicato il solo Assessore Di Carlo. Oggi, compare sulla stampa locale la notizia dell’avvio dei Patti con i cittadini nel Comune di Teramo che solo alcuni mesi orsono ha adottato quelle norme che contengono anche la disciplina dei patti. Ma, fermo re-stando che il regolamento del Comune di Teramo potrebbe presentare incongruenze, errori, parti non chiare ecc., del tutto evidente appare, però, la disponibilità politica dell’Amministrazione comunale a mettersi in discus-sione e dare avvio a corretti rapporti con il mondo della partecipazione po-polare, presente e operante da decenni a Teramo. Come si vede, la volontà politica supera anche il diritto e a Giuliano-va che le norme esistono da oltre dieci anni, questa volontà politica non trova la strada della loro attuazione o non la cerca affatto”.
“Questa Consulta, come nelle sue funzioni, trasmette ai cittadini la preoccupazione per questo senso di insicurezza e di incertezza che deriva dall’incomunicabilità fra Comune e istituti della partecipazione popolare, e si chiede se essa non rappresenti la premessa di un ripensamento politico e/o di una torsione restrittiva rispetto al patrimonio di cultura partecipati-va che da oltre dieci anni si sviluppa in questa città. Ma invita i cittadini e tutte le forme associative di quartiere e della partecipazione a fare tesoro dello stesso patrimonio dando vita a momenti democratici di presenza su tutti i temi posti a base di un dialogo che ad oggi non c’è stato”, conclude Di Marco.