Quarantotto ore di tempo per convincere il Partito Democratico di Giulianova a votare il bilancio nella riunione di Giunta programmata dal sindaco Francesco Mastromauro per la giornata di giovedì.
Il segretario del Pd Gabriele Filipponi ha fatto sapere che gli assessori in quota ai Dem, Fabrice Ruffini e Cristina Canzanese (Fabio Ruffini si era dimesso in rotta con il suo stesso partito) non si presenteranno al vertice dell’esecutivo per licenziare lo strumento finanziario. Non avendo i numeri per approvare il bilancio, il primo cittadino non potrà che prendere atto della situazione che si è determinata in questi giorni, rassegnando quindi le dimissioni.
Perché il bilancio, che lo stesso Pd aveva condiviso nella sua stesura, non potrà poi essere portato all’attenzione del Consiglio Comunale. In mancanza dell’approvazione da parte della Giunta, niente Consiglio. Insomma, l’avventura del sindaco Mastromauro alla guida della città in questa seconda legislatura sembra ormai essere arrivata al capolinea. Sono comunque ore frenetiche durante le quali si sta cercando di ricucire lo strappo tra Dem e il resto della maggioranza. Perché si vuole scongiurare l’arrivo di un commissario prefettizio. Mastromauro per ora tace. Parla il suo vice, Nausicaa Cameli che ha assicurato che lei voterà il bilancio.
“Questo perché governare impone serietà, scelte da prendere e impegno nei confronti dei cittadini e non irresponsabilità amministrativa”, sottolinea il vice sindaco, “Il Pd ha fatto sapere che non voterà il bilancio. Ciò comporterà la paralisi di ogni iniziativa e la venuta di un commissario prefettizio. Per cui non ci saranno manifestazioni estive e inevitabilmente si avrà l’aumento di tutte le tasse. Difficilmente, poi, i servizi attualmente garantiti rimarranno tali; così come, probabilmente, anche per le convenzioni fino a maggio 2019, data delle prossime elezioni amministrative. Lo abbiamo visto e lo vediamo in quei Comuni, da Teramo a Silvi, da Nereto a Montorio al Vomano, nei quali i poteri di sindaco, giunta e Consiglio Comunale sono, come la legge prevede, nelle mani dei commissari. I quali fanno ciò che devono, senza alcun obbligo di confrontarsi con cittadini e associazioni. A maggior ragione quando non esiste un Bilancio approvato. Questa è la situazione a cui si andrà incontro a Giulianova qualora il Pd, come sembra certo, non voti il bilancio. Eppure la città non ha bisogno di contrasti e contrapposizioni. I cittadini sono stufi di litigi che non portano a nulla, se non ad inasprire la distanza dalla politica, come il voto di protesta emerso nelle recenti votazioni ci ha chiaramente indicato. Invoco quindi collaborazione e maggiore senso di responsabilità da parte dei partiti e dalle persone che li rappresentano”.
Con questa scelta, il Pd che dalle recenti elezioni politiche è uscito con le ossa rotte anche a Giulianova, potrebbe firmare la sua condanna a morte. Il segretario Filipponi passerà alla storia per essere stato colui che alla fine ha consegnato la città ad un commissario prefettizio, spianando oltretutto la strada al centrodestra che già affila le armi in vista di possibili elezioni amministrative.
E Mastromauro? Potrebbe scegliere la strada di candidarsi alle elezioni regionali, attese per il prossimo autunno. Chissà, proprio il Pd, suo ex partito, potrebbe dargli l’opportunità di una campagna elettorale feroce, sapendo dove puntare il dito.