“Ci risiamo! E’ la solita politica degli annunci del Presidente della Provincia di Teramo Diego Di Bonaventura che colpisce e affonda tramite fuoco amico il Centro Destra di Castiglione Messer Raimondo. A questi ultimi, poverini, mette in bocca di un ulteriore finanziamento di euro 300.000 per il territorio di Castiglione Messer Raimondo, anche se il finanziamento è ancora da iscrivere nel bilancio della Provincia, che ancora non è stato approvato (anche se i termini di approvazione sono ampiamente scaduti), anche se bisogna ancora sottoscrivere il protocollo d’intesa con la protezione civile regionale e infine, la più importante, che la somma a disposizione non è di 300.000 euro, ma di soli 100.000”. A dirlo in una nota il gruppo consigliare della Provincia di Teramo “La Casa dei Comuni” composto da Mauro Scarpantonio (Capogruppo), Graziano Ciapanna, Graziella Cordone e Luca Lattanzi.
“Piuttosto si sbrighi il Centro Destra di Castiglione Messer Raimondo a ringraziare l’allora Sindaco Giuseppe D’Ercole ed il Presidente Renzo Di Sabatino i quali, dopo i fenomeni franosi del 2017, ricostruirono in un mese la strada di San Giorgio, iniziarono la messa in sicurezza di Appignano e successivamente, con i fondi Masterplan del 2018, programmarono ulteriori lavori su stessi tratti di strada. Non è colpa loro se il “bradipo” Diego Di Bonaventura ha solo adesso realizzato i lavori del Masterplan!”.
E ancora: “Un passo avanti lo può fare il Presidente Di Bonaventura sollecitando il passaggio immediato ad Anas della Sp 365, nell’attesa che venga finanziato la Pedemontana Valfino-Teramo, per la quale sono necessari 180 milioni di euro. La richiesta avanzata dalla Provincia al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti è di dicembre 2019 e va sostenuta con i nuovi fondi europei. Tale opera è importante quale obiettivo di rilanciare le grandi opere strategiche e un collegamento veloce con la città capoluogo. Al Centro Destra di Castiglione diciamo: consigliate a Di Bonaventura che “non dobbiamo promettere ciò che non dovremmo, per non essere chiamati a svolgere ciò che non possiamo”.