Teramo. La proposta di convertire l’edificio della ex colonia Stella Maris di Montesilvano in facoltà universitaria sollecita delle riflessioni di più ampio respiro.
“L’Abruzzo ha un sistema universitario importante e di qualità che si sviluppa sui quattro territori provinciali con specificità e indirizzi consolidati negli anni”, osserva la presidente del Pd Abruzzo Manola Di Pasquale.
“Da un lato, le nuove e diverse professionalità richieste dall’innovazione scientifica in continua evoluzione, le plurime metodologie di insegnamento a distanza e la richiesta di ricerca applicata e di ricercatori flessibili sollecitano la ridefinizione del sistema universitario in una visione di insieme regionale così da fornire un prodotto culturale di eccellenza e competitivo. Dall’altro, la trasformazione legislativa degli ultimi anni e le risorse destinate agli atenei, impongono la realizzazione di strutture complesse di livello regionale ove ogni territorio conservi ed incrementi, nell’ambito di una progettualità predefinita, gli indirizzi storici di studio”.
“Ad esempio, il Polo a vocazione politico-giuridico (e nello specifico Amministrativo: sia con la scuola di specializzazione in diritto amministrativo sia con quella delle professioni legali) dell’Università di Teramo troverebbe la giusta collocazione, si rafforzerebbe e avrebbe la sua centralità in una visione universitaria regionale. Condizione che avrebbe dovuto far escludere l’inserimento a Montesilvano di un corso universitario concorrente con quello già presente nella facoltà di Teramo e l’avvio della SNA scuola superiore della P.A. a L’Aquila. E’ arrivato il momento di avviare una riflessione seria sul futuro delle nostre Università e che prenda piena consapevolezza che quattro atenei autonomi e talune volte tra loro concorrenti a breve non avranno più possibilità di sopravvivere, non avranno le necessarie risorse economiche e non godranno dello giusto spazio in una società in continua evoluzione”.
E ancora: “Ritengo che il Comitato Delle Idee sollecitato dal Partito Democratico possa e debba avviare da subito tale riflessione e indicare una progettualità sul tema della riorganizzazione del sistema universitario regionale che guardi al futuro e alle nuove domande di formazione e di ricerca”.
“Nel frattempo, però”, conclude Di Pasquale, “le istituzioni Teramane, Provincia e Comune, devono fornire urgenti risposte alle esigenze delle facoltà storiche presenti sul nostro territorio guardando alle tante risorse che vengono dall’Europa a cominciare dal PNRR. Le stesse Istituzioni devono salvaguardare il patrimonio bibliotecario sia dell’Università di Teramo sia della Biblioteca Delfico ed assumere scelte politiche che favoriscano il ritorno e la permanenza in città degli studenti fuori sede”.