“È ormai chiaro a tutti che qualcuno stia cercando di fare dei giochi politici, legando l’ECAD alle questioni interne al BIM. È evidente che 4 convocazioni durante l’estate, dal 28 giugno a oggi, non siano una cosa seria, soprattutto se pensiamo che le Assemblee non hanno raggiunto il numero legale per deliberare alcunché”.
A dirlo il sindaco di Montorio al Vomano, Fabio Altitonante.
“Ripercorriamo i fatti. A gennaio 2021 la Conferenza dei Sindaci aveva deciso che Montorio sarebbe stato il nuovo Ente Capofila dell’Ambito Distrettuale Sociale (ECAD). A seguire tutti i 14 Consigli Comunali dei 14 Comuni dell’Ambito hanno approvato una delibera con cui si individuava Montorio come nuovo ECAD. L’ultima delibera è stata approvata il 24 marzo 2022. Successivamente Regione Abruzzo ha preso atto della decisione dei Comuni e stabilito che dal primo gennaio 2023 il Comune di Montorio al Vomano sarà ECAD in luogo della Comunità Montana, ente che tra l’altro dovrebbe essere già chiuso da anni”.
E ancora: “Sabato è arrivata la quarta convocazione ai Sindaci da parte della Comunità Montana con all’ordine del giorno l’individuazione del nuovo ente capofila dei servizi sociali. Abbiamo lavorato più di un anno per individuare Montorio come nuovo ECAD, quale senso ha questa convocazione? Si legge che è stata fatta ‘su richiesta di Sindaci’. Quali Sindaci? Il candidato a essere nuovo capofila chi sarebbe? Torricella o Valle Castellana per rifarsi dalla sconfitta al BIM? Nel concreto Montorio deve ancora partire come ente capofila e già nelle menti di qualcuno dovrebbe essere cambiato come avvertimento rispetto al BIM? Ora stiamo procedendo con il passaggio di consegne, abbiamo già predisposto i nuovi uffici e personale e siamo pronti per dare più servizi, senza aumentare i costi”.
Altitonante conclude “Sappiamo che la Regione è un Ente serio e non darà sponda a questi teatrini politici. A noi non interessano questi piccoli giochi di potere fatti sulla pelle dei cittadini. Ad esempio a Montorio, Comune più popoloso dell’intero ambito, spettava di diritto la presenza dell’assistente sociale sul proprio territorio. Non lo ha mai avuto. Ora ce l’ha solo perché abbiamo fatto valere i nostri diritti dopo anni di ingiustizia”.