Di pochi giorni fa la notizia di un incidente stradale nel Comune di Campli, preceduto sempre nella stessa zona da altri sventati impatti provocati dall’attraversamento dei cinghiali. Riprendono anche gli avvistamenti dei lupi che, come noto, sono legati alla distribuzione di questo invasivo ungulato, sempre più presenti fino alla costa adriatica e che creano non poche criticità agli allevamenti, ma anche allarmismi a chi frequenta boschi e colline.
Intanto la Regione Abruzzo, dopo un breve periodo di sospensione, come conseguenza della Sentenza della Corte Costituzionale n. 217/2018 del 24 novembre 2018 che aveva dichiarato l’illegittimità costituzionale della Legge Regionale e poco prima dell’ultima tornata elettorale per il rinnovo del Consiglio, aveva riavviato le attività di controllo con misure che prevedono prevenzione e soprattutto abbattimenti dei capi in esubero.
Ma nella provincia di Teramo qualcosa è andato storto. Infatti a soli due giorni dall’avvio degli abbattimenti è stata sospesa ogni attività e ad oggi, trascorso ormai un mese, senza alcuna motivazione. Ma anche nelle altre province non mancano rallentamenti rispetto al piano d’azione. I dubbi a questo punto sorgono spontanei: come è possibile interrompere, per lo più senza alcuna motivazione una attività istituzionale, così essenziale e che negli anni ha dato un po’ di respiro a tutti coloro che soffrono dell’invasione dei cinghiali? Forse, e in passato è avvenuto, a qualcuno giova sospendere queste attività di contenimento dei cinghiali?
“Continuare questa attività di abbattimento – commenta l’ex Assessore Regionale all’Agricoltura Dino Pepe, autore del Piano di controllo 2018/2020 – è un obbligo morale nei confronti di tutti gli agricoltori che vivono del proprio reddito dalle produzioni agricole, ma anche per la sicurezza di tutti i cittadini che percorrono giornalmente le strade d’Abruzzo e che purtroppo sempre più spesso incorrono in attraversamenti da parte di questi animali. E’ forse il caso di ricordare al riguardo che l’abbattimento in Abruzzo di circa 10.000 cinghiali nell’anno 2017, ha consentito una riduzione dei danni all’agricoltura del 37% e degli incidenti stradali del 42%. Dati significativi che ci hanno spronato a proseguire su questa strada per tutto il triennio 2018/2020”.
Pepe ricorda anche le altre misure messe in campo dalla Regione contro l’invasione dei cinghiali, quali il prolungamento del periodo cacciabile alla specie dai precedenti soli tre mesi, agli attuali dodici mesi, attraverso l’introduzione “a regime” della caccia di selezione, la ridefinizione delle zone di vocazione del cinghiale realizzando una pianificazione strategica delle presenze faunistiche sull’intero territorio regionale e individuando tra le aree più produttive e urbanizzate le aree di eradicazione per il cinghiale.
“Voglio sperare che il nuovo Assessore regionale sblocchi questa situazione di stallo improvvisa e ingiustificata affinché l’insieme delle misure messe in atto dalla Regione e programmate fino al 2020, consenta di ottenere il raggiungimento degli obiettivi strategici della riduzione dei danni, valutabili in termini di flessione della spesa pubblica per il loro risarcimento, contribuendo così a rendere maggiore dignità al lavoro degli agricoltori e dare più sicurezza a chi percorre gli ambienti e la rete viaria abruzzese” conclude Pepe.