Alba Adriatica. Tutto è iniziato in consiglio comunale, dieci giorni fa, con un’interrogazione (che poi ha lasciato uno strascico polemico) sui tratti di spiaggia libera assegnati ad hotel (uno in particolare), che non ha riaperto i battenti.
Poi la cosa è proseguita, sulla stampa e sui social, animando un dibattito che ancora prosegue. Il tema dei controlli legati alla liceità nell’assegnazione, alle strutture alberghiere, di tratti di arenile nell’epoca covid sembra essere, in queste ore ad Alba Adriatica, molto caldo. Giuliano De Berardinis, capogruppo di Città Viva, che aveva sollevato la questione nell’assise civica, incalza. “ Siamo in attesa di una risposta scritta da dieci giorni”, ribadisce il consigliere di minoranza. “ Evidentemente la verifica degli uffici comunali sul caso specifico è ancora in corso, ma forse i tempi sono diventati biblici”. In poche parole, De Berardinis chiede di sapere se l’autorizzazione rilasciata, qualora poi non vi fossero più le condizioni previste nel bando (struttura non riaperta), possa decadere o meno. Di fronte alle polemiche che si sono progressivamente ingrossate nelle ultime ore, l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Antonietta Casciotti, in giornata, ha diffuso una nota.
La replica. “Insinuare nell’opinione pubblica, senza fornire elementi, il dubbio che l’amministrazione comunale non compia il proprio dovere omettendo controlli, questo sì che è fatto grave, soprattutto se ciò avviene attraverso una ricostruzione non corretta, questa sì, volta a generare fantasmi”.
Nella lunga nota, l’esecutivo ricorda il percorso di affidamento delle spiagge libere (solo per l’estate 2020), condiviso con associazioni di categoria e singoli operatori che “hanno fornito suggerimenti sulla localizzazione dei lotti. Tutto ciò ha avuto una duplice finalità: tutelare la gestione delle spiagge libere, rispettando i protocolli anti-covid, dall’altra andare incontro alle esigenze dell’economia turistica.
“Alla gestione delle spiagge libere, non, concesse gratuitamente”, prosegue la nota, “come qualcuno cerca strumentalmente di far credere, ma affidate in concessione attraverso un bando ad evidenza pubblica, potevano accedere tutti i soggetti individuati dall’ordinanza regionale e tale possibilità era prevista anche per le piccole e medie imprese, il bando infatti prevedeva criteri premiali per operatori che avessero partecipato in forma congiunta proprio al fine di tutelare le imprese di minor dimensioni.
Stupisce inoltre il fatto che si contesti all’amministrazione di aver imposto ai richiedenti l’onere di assicurare la gestione, vigilanza e pulizia del rimanente tratto ad uso della collettività, onere giustamente previsto dall’ordinanza Regionale. Ed inoltre perché’ si omette di specificare che l’ulteriore contributo richiesto aveva natura residuale e valutabile solo in caso di parità di punteggio? Forse qualche operatore pensava di ottenere il diritto temporaneo di ombreggio gratuitamente?
Hotel chiusi. Uno degli aspetti al centro della polemica, verte sulle verifiche di strutture che avrebbero fruito di assegnazioni, pur con strutture non riaperte. “Il bando per l’affidamento delle spiagge libere si è chiuso a metà giugno”, si legge nella replica, “e in quel periodo nessuna struttura ricettiva era aperta ad Alba Adriatica, comprese quelle che hanno partecipato al bando e quelle che pur avendo partecipato successivamente ritiravano la propria istanza, poiché richiedevano l’installazione di servizi non previsti nell’avviso. Oggi a distanza di oltre un mese, qualche operatore turistico e qualche cittadino malizioso puntano il dito verso un procedimento pubblico reso partecipativo, chiaro e doveroso alla luce dell’ordinanza della Regione Abruzzo, senza forse sapere che il responsabile del procedimento in totale autonomia sta verificando il rispetto degli obblighi previsti nelle convenzioni.
L’amministrazione ha sempre operato alla luce del sole, tutelando la collettività, specie in questo periodo di emergenza sanitaria che ancora non si è conclusa. Non permetteremo, dunque, a nessuno di mettere in dubbio la nostra integrità morale ed il nostro senso del dovere. Rispettiamo il diritto dei cittadini ad avere risposte nelle sedi opportune, rispettiamo il ruolo politico della minoranza consigliare, rispettiamo le critiche, ma non le falsità e le cose errate che vengono dette e scritte sui social e riferite alla carta stampata solo al fine di gettare ombre sull’operato di questa amministrazione e creando divisioni tra una categoria di operatori già colpita duramente dall’emergenza sanitaria e dai fenomeni erosivi, categoria che l’Amministrazione ha voluto sostenere salvaguardando nel contempo la percentuale di spiaggia libera prevista per legge”.