Così replicano al consigliere di Scelta Civica Antonio Norante e Filiberto Di Giuseppe del PdL rosetano, precisando che “avrebbe potuto evitare l’ennesima figuraccia mediatica, se avesse avuto la cura di leggere quanto previsto dallo Statuto del Comune di Roseto degli Abruzzi che, all’articolo 57 recita testualmente: ‘Le norme integrative o modificative dello Statuto sono deliberate dal Consiglio comunale con il voto favorevole dei due terzi dei consiglieri assegnati. Qualora tale maggioranza non venga raggiunta, la votazione e` ripetuta con successive sedute da tenersi entro trenta giorni e le integrazioni o modifiche sono approvate, se la relativa deliberazione ottiene per due volte il voto favorevole della maggioranza assoluta dei consiglieri assegnati’. A quanto pare l’ultima battaglia del ‘Don Chisciotte’ De Vincentiis riguarda le deleghe ai consiglieri comunali manco fosse questo il grande problema della nostra città.
Per i due consiglieri del PdL De Vincentiis “parla di sconfitta, in Consiglio comunale, per la nostra maggioranza l’altra sera, parlando sui media di ‘debacle’, ma lo fa perché non conosce o non ha ancora compreso qual’è l’iter per apportare modifiche statutarie. Conoscendo alcune elementari nozioni di matematica, sapevamo bene di non avere, in prima battuta, la maggioranza dei due terzi necessaria per la variazione dello Statuto, come siamo ben coscienti che nel prossimo consiglio, già fissato per Martedì 30 Settembre, la modifica passerà. Ma forse al Consigliere De Vincentiis non conviene essere chiaro e spiegare la verità, considerato che il suo interesse è quello di mentire e continuare nel tentativo maldestro di gettare fango sull’attuale maggioranza, poco importa quale sia la realtà. Il Sindaco e la sua maggioranza sono abituati a mantenere la parola data: nessun passo indietro, si andrà avanti con quella che abbiamo definito la ‘fase 2’ convinti della bontà della strada intrapresa e della necessità di cambiare, per il meglio, la nostra città, con buona pace di chi, come Scelta Civica e De Vincentiis, vorrebbero che tutto restasse immutato e fermo ai tempi addietro, quelli in cui alcuni di coloro che comandavano lo facevano – concludono – solo nel proprio interesse e curandosi il proprio orticello”.