“La consigliera Cardelli non è più la nostra portavoce, non ci rappresenta più – spiegano gli attivisti Benedetto Zippilli e Claudio Della Figliola – Sarà ufficiale quando dallo staff di Grillo arriverà la ratifica alla decisione dell’Assemblea, ma lo è già per noi. C’è da denunciare però come i 25 attivisti che hanno votato la mozione di sfiducia alla signora Cardelli, siano stati il giorno dopo cacciati dalla piattaforma Meetup del Movimento 5 Stelle. Gli eletti (Fabio Berardini e Paola Cardelli; ndg) sono semplici portavoce, non sono dei capi e non hanno poteri. E’ l’Assemblea del Movimento che ha potere e che, a maggioranza, ha preso una decisione”.
Cosa accadrà adesso: nulla vieterà a Paola Cardelli di sedere in Consiglio Comunale e parlare ancora a nome del Movimento 5 Stelle, fino a che non arriverà la decisione dai “piani alti” del partito di negarle l’uso del simbolo. Se la Cardelli dovesse fare invece in futuro un passo indietro, sarà sostituita in Consiglio da un altro eletto (si seguirà la graduatoria delle ultime elezioni amministrative). Il prossimo 27 agosto l’Assemblea si riunirà di nuovo per decidere i futuri passi verso l’amministrazione comunale e per illustrare al capogruppo in Consiglio Berardini, interrogazioni e quant’altro da presentare in Consiglio. Non verrà presa in considerazione la Cardelli che, secondo i dissidenti del Movimento, “non ha comunque mai partecipato alla vita dell’Assemblea”, comportamento che ha contribuito alla presentazione della sfiducia, oltre all’aver appoggiato il Pd nello scorso ballottaggio.
Oltre alla Cardelli, c’è in bilico anche la posizione di Fabio Berardini: non c’è ancora nessuna comunicazione ufficiale in merito, ma è ovvio che il capogruppo in Consiglio, appoggiando la collega consigliera, rischia anch’egli di vedersi “recapitare” una mozione di sfiducia dagli attivisti dissidenti.