Martinsicuro. Il silenzio, delle ore immediatamente successive della sentenza del Tar sul caso Veco (annullamento del piano acustico e dell’ordinanza sindacale sui rumori dell’azienda), lascia spazio ad una replica sopratutto agli oppositori che hanno criticato quello che è stato l’epilogo, parziale, delle vicenda della storica fonderia cittadina.
Non siamo assolutamente superficiali e presuntuosi”, si legge in una nota a forma dell’intera amministrazione comunale, ” e ribadiamo quelle che sono le motivazioni alla base dell’ordinanza del sindaco dello scorso settembre, emessa con tutti i crismi della regolarità, sulla base di una relazione dell’Arta, che persistendo i livelli di rumorosità rilevata, paventava anche dei rischi per la salute dei cittadini”.
Ordinanza, dunque, che non è il frutto, come ricorda il sindaco, di un’azione estemporanea, ma redatta attraverso un percorso articolato con gli uffici e con i tecnici di fiducia dell’ente.
“Vale la pena ribadire”, si legge ancora, che il giudizio del Tar è di primo grado, per cui può essere riformato dal Consiglio di Stato e si basa su argomentazioni di carattere generale senza entrare troppo nel merito tecnico della materia che, da quanto ci risulta, può prevedere situazioni che andrebbero a rendere non fondati i presupposti della sentenza stessa. Ma naturalmente questo è argomento da tribunali e non certo da comunicati stampa.
A parte l’impegno a voler portare una mozione, per molti aspetti semplicistica, in Consiglio Comunale, non si è mai registrata da parte degli esponenti del Pd la volontà di mettersi concretamente a disposizione per risolvere questo problema, generato in larga parte dalla delibera di consiglio del 23 Gennaio 2007 che è stata il risultato di un capriccio politico dettato probabilmente dalle allora imminenti elezioni piuttosto che un provvedimento assunto con lo scopo di normare bene questa materia. Subito dopo aver affidato l’incarico all’attuale tecnico designato per l’adeguamento del Piano Acustico, abbiamo invitato gli esponenti del PD a partecipare ai lavori di consultazione in almeno tre occasioni. Superfluo sottolineare che i predetti inviti sono stati puntualmente disattesi, comportamento che appare davvero singolare da parte di chi vorrebbe ergersi a paladino della difesa di questa storica azienda”.