Teramo. La prima seduta di Consiglio Comunale del Brucchi-bis ha lasciato strascichi pesanti in seno alla maggioranza, ricompattata solo dopo la minaccia di dimissioni del primo cittadino sul nome di Milton Di Sabatino, eletto poi presidente del Consiglio Comunale alla quinta votazione. Ma dopo il j’accuse del Partito Democratico, arrivano quelli degli altri consiglieri di minoranza del Movimento 5 Stelle e Finalmente Pomante.
“Una maggioranza il cui unico interesse ruota attorno all’esercizio del potere fine a se stesso, spaccata da rivalità e recriminazioni, ma miracolosamente e misteriosamente ricompattata nei momenti opportuni – affermano i grillini – Un sindaco, che non si degna di delineare, nemmeno per sommi capi, quale indirizzo intenda dare al suo governo, nonostante ciò, oltretutto, sia espressamente previsto dal Regolamento consigliare. Incarichi assessorili conferiti, su esplicita quanto invereconda dichiarazione, solo in virtù del risultato elettorale ottenuto ed in taluni casi, quantomeno deontologicamente inopportuni (Lucantoni e Tancredi). Un obbligo di legge come la deliberazione consigliare sugli indirizzi per la nomina, la designazione e la revoca dei rappresentanti del comune presso enti, aziende ed istituzioni, ridotto ad una pagliacciata che sancisce l’assoluta discrezionalità del sindaco. Una inesistente quanto reiteratamente e impudicamente millantata pubblicazione online (obbligatoria ai sensi del Dlgs 33 del 2013, art. 14, 15 e 22) dell’Albo degli incarichi conferiti. Un dibattito – proseguono – folle nella sua intempestività ed inutilità, su emendamenti già bocciati in blocco senza essere discussi o non ammessi senza alcuna plausibile motivazione. Uno Statuto ed un Regolamento consigliare già vergognosamente disconnessi tra loro, lacunosi e vaghi, utilizzati ad arte per una gestione autoritaria ed irrispettosa dell’assemblea. Questo modus operandi la dice lunga sulla voglia di trasparenza della maggioranza. Il Movimento 5 Stelle chiederá immediatamente conto all’OIV di tale atteggiamento e denuncerá prontamente ogni abuso e violazione”.
L’attacco di Pomante. “Il primo Consiglio Comunale ha evidenziato chiaramente la faziosità del sindaco e della maggioranza, che smentiscono immediatamente le dichiarazioni d’imparzialità di rito, mostrando di non volersi curare minimamente dell’opinione del 48,5% della cittadinanza che non ha votato Maurizio Brucchi. Dopo gli adempimenti dell’insediamento, l’unica delibera approvata dal Consiglio, con un atto di forza della maggioranza, conferisce al primo cittadino pieni poteri nel conferimento degli incarichi previsti dall’art. 50, D.Lgs. 267/2000, sollevando forti dubbi di legittimità dell’atto che, di fatto, sottrae il sindaco al controllo e agli indirizzi del Consiglio, ponendosi in contrasto con la norma citata. Problemi di legittimità che potevano essere almeno parzialmente risolti con l’approvazione degli emendamenti proposti dalla minoranza, che stabilivano, ad esempio, il divieto di conferire incarichi a congiunti ed affini di assessori e consiglieri (oltre che del Sindaco), l’obbligo di motivare la scelta in base ai curricula pervenuti e l’obbligo, per gli incaricati, di riferire al Consiglio con cadenza annuale. Un pessimo inizio, quello dell’Amministrazione Brucchi – conclude Pomante – su cui pende anche la spada di Damocle dei dissidenti, com’è emerso chiaramente dalle difficoltà emerse durante la votazione del Presidente del Consiglio”