Tante le motivazioni di chi ha deciso di candidarsi supportando Pomante: “Questa città può essere rimodellata proprio come da un pezzo grezzo è possibile tirar fuori un’opera d’arte” fa sapere Sandro Amatucci, artigiano. Mauro Baiocco insegnante e musicista da anni attivo nelle azioni culturali cita Gaber: “Libertà è partecipazione, perché la città potrà cambiare volto solo se ognuno darà il proprio contributo”. Forte fiducia a Pomante ed ai princìpi che muovono il suo impegno arriva dalle parole dei candidati Loris Di Bartolomeo, Rosanna Batesta, Giacinto Di Giovanni, Mauro Fidanza, Ernesta Rastelli, Marcello Francia e Saverio San Lorenzo, che specifica: “Stavo per lasciare la città, le idee di Pomante mi hanno trattenuto qui per provare a crederci ancora”.
Un forte accento alla tutela di giovani, anziani, territorio e qualità della vita arriva dalle parole di Federico Carboni, Claudia Maranella, Marco Cerasetti, Rinaldo “Mauro” Di Matteo, Emanuela Geisberger, Barbara Monaco e Leda Santosuosso.
Il pensiero più attento e ricorrente dei candidati della lista “Finalmente Pomante” è quello che quasi tutti hanno rivolto al futuro dei propri figli, presenti nelle parole di Antonio Di Ovidio, Antonio Panichi, Tiziano Pomante, Serena Stucci e Silvia Ferretti che chiude il suo discorso con un deciso “Non posso delegare il futuro di mio figlio a qualcun altro”.
“Ognuno di noi deve essere il protagonista del cambiamento” sostiene convinta Elisa Ciapanna, mentre Roberto D’Ignazio, commerciante, parla del suo amore per Teramo e del fatto che la città abbia bisogno di riconquistare il suo vecchio stile. Di stile del passato parla anche Marcello Giancola, mentre Massimo Di Giacomantonio, Giovanni Rosci e Rosella Gabrielli enfatizzano lavoro di gruppo, competenza e la necessità di avere amministratori “liberi ed onesti”.
A Pomante le conclusioni “Si tratta di trentadue persone ben convinte di ciò che fanno, che credono fortemente in una bella città come Teramo. È un impegno solo civico, nell’interesse dei giovani, del futuro e di coloro che non hanno Santi in paradiso”. A chiudere il pomeriggio una torta alla crema, che Gianluca Pomante utilizza metaforicamente per spiegare il suo modo di far politica: “Quella che mangerete oggi sarà l’unica torta che abbiamo intenzione di spartirci”.