Teramo. E’ una battaglia per la cultura, ma assume, ogni giorno che passa, connotati sempre più politici. Non si placa la polemica attorno al recente sgombero dei locali dell’ex Oviesse in corso San Giorgio.
Una mossa, quella voluta dalla Procura di Teramo, a cui plaude il sindaco Maurizio Brucchi: «L’immobile era ridotto ormai in pessime condizioni, sia da un punto di vista igienico sanitario che per quanto concerne la sicurezza – spiega il primo cittadino – Quanto accaduto evidentemente non ha nulla a che vedere con la cultura perché chi ha a cuore il patrimonio cittadino, soprattutto se culturale, non lo riduce in questo stato. In queste settimane la strumentalizzazione politica ha toccato il fondo anche, e soprattutto, da parte di chi vorrebbe proporsi a guida della nostra città». Brucchi ha già in programma le prossime tappe per il nuovo teatro: «Il percorso intrapreso per il futuro dello stabile in corso San Giorgio va avanti e, nei prossimi giorni, verrà bandito un concorso di progettazione per il nuovo teatro da realizzarsi negli spazi del cine teatro Comunale e dei locali commerciali sottostanti. Contemporaneamente verranno pubblicati anche i due bandi per la vendita dei terreni valorizzati nell’ultimo Consiglio Comunale, i cui proventi, sommati al contributo della Fondazione Tercas, costituiranno le risorse per la realizzazione del progetto».
Pomante replica. Il candidato sindaco di tre liste civiche (tra cui anche Teramo 3.0 di cui alcuni occupanti fanno parte) risponde così al primo cittadino di Teramo: «Lo sgombero di una iniziativa culturale, per quanto si possa discutere della legalità dell’occupazione, è un gesto che richiama alla memoria il rogo dei libri di Hitler del 10 maggio 1933, momento buio della storia in cui un politico decise di eliminare con la forza una parte della cultura che non condivideva. A Teramo è successa la stessa cosa. Il sindaco non ha capito, dall’alto della sua arroganza istituzionale, che sarebbe stato sufficiente parlare con quei ragazzi e trovare una soluzione condivisa, anche alla luce del gradimento diffuso in città per l’iniziativa, per fare una splendida figura e sfruttare la ribalta nazionale. Teramo ne avrebbe tratto immenso giovamento. Adesso sarà conosciuta come l’unica città d’Italia che ha sgomberato la cultura. Abbiamo perso l’ennesima occasione. E’ un timidone il nostro Maurizio Brucchi – prosegue Pomante – un timoroso che preferisce restare passivo rispetto agli avvenimenti che interessano una città?intera. Una città che considera sua solo quando fa comodo, quando ci sono porchette da assaggiare, nastri da tagliare, passerelle da percorrere. Non sarà mai in prima linea quando gli ubriachi?schiamazzano in centro, quando torme di ambulanti molestano i passanti o quando piazza Garibaldi è preda di bande che fanno a coltellate. Lui è timido, talmente timido che non ha il coraggio di firmare di proprio pugno un’ordinanza di sgombero, nonostante abbia il potere di farlo. Preferisce sollecitare le altre Istituzioni, trincerarsi dietro il provvedimento di un Giudice, lasciar fare agli altri».
E poi lancia la sfida: «Caro Maurizio Brucchi, visto che sono il tuo incubo peggiore e mi tiri in ballo ad ogni piè sospinto, avrai il coraggio di affrontarmi personalmente in un dibattito pubblico? Io sarò a Piazza Martiri ogni sabato mattina dalle 9 alle 13. Ti aspetto lì».