Lo ha denunciato il Partito Democratico rosetano che definisce il piano spiaggia come “una programmazione urbanistica fatta attraverso le fredde linee di una matita animata solo da interessi politico-elettoralistici per un gruppo ristretto (tre) di operatori che diverranno i nuovi latifondisti del mare. Questo piano non ha a cuore l’interesse pubblico e della collettività. Non è un caso che le spiagge libere siano rimaste solo in prossimità dei canali di scolo a mare, che la pista ciclabile e la passeggiata siano state ridotte di ampiezza e siano stati eliminati tutti gli spazi di aggregazione ed incontro. Questo modo di operare le scelte, subite dalla collettività, ha fatto venire meno il ruolo della politica attraverso la mancata partecipazione e coinvolgimento delle forze presenti in consiglio e delle associazioni a vario titolo interessate ad un tavolo di discussione. Negli anni passati la partecipazione democratica avveniva attraverso l’ufficio del piano e la commissione edilizio-urbanistica espressioni di tutte le sensibilità del territorio proprio per garantire la massima trasparenza. Ci rendiamo conto, però, che questo concetto – conclude il Pd – è solo enunciato e non praticato da questo centrodestra intento a salvaguardare solo il particulare”.