È questo il capo d’accusa imputato a Beppe Grillo nell’esposto depositato questa mattina da un gruppo di esponenti del Partito Democratico della provincia di Teramo. Mirko Rossi, Matteo Sabini, Gian Luigi Core, Simone Aloisi, Federica Corneli, Giacinta Marseglia, Mauro Falini dei Giovani Democratici e i consiglieri comunali di Roseto degli Abruzzi Raffaella D’Elpidio, di Atri Chiara Di Nardo Di Maio e di Giulianova Fabrice Ruffini sono gli undici firmatari della denuncia rivolta verso il leader del Movimento 5 Stelle.
Una denuncia che prende le mosse dalla lettera pubblicata il 10 dicembre sul blog del genovese, titolata “Lettera aperta ai responsabili delle forze dell’Ordine” e rivolta a “Leonardo Gallitelli, Comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, Alessandro Pansa, capo della Polizia di Stato e Claudio Graziano, Capo di stato maggiore dell’Esercito italiano“, nella quale, a seguito dell’inizio della protesta in tutta Italia del Movimento dei Forconi, invitava le forze dell’ordine a non proteggere più i palazzi istituzionali o a garantire la scorta a personalità politiche alle quali è stata assegnata, oltre a iniziare a fraternizzare con i manifestanti e ad unirsi a loro contravvenendo ai loro doveri.
Il codice penale italiano, ricordano i firmatari in una nota, punisce il reato da 3 a 5 anni, se commesso a mezzo stampa.
“Pensiamo che l’Italia di tutto abbia bisogno tranne che di falsi profeti, demiurghi e sobillatori di folle. Beppe Grillo sta dimostrando con la sua demagogia e le sue urla di volere solo il caos e null’altro” proseguono i firmatari dell’esposto. “Alla violenza si risponde con la legalità, non sono ammissibili i metodi quasi da ventennio che spesso il Movimento 5 Stelle mette in campo per bocca di Beppe Grillo: sono la dimostrazione palese di quanto la storia sia ciclica e nei momenti più difficili di una paese, dove senz’altro nel passato la politica ha fallito, vengono di nuovo fuori movimenti e personaggi ai quale la democrazia non va proprio a genio. Sostenere il movimento dei forconi dove ci sono esponenti che evocano giunte militari in attesa di nuove elezioni, leader di Casapound in prima fila e soggetti simili è quanto di più sbagliato la storia dell’Italia possa riproporre. Con l’occasione vogliamo esprimere solidarietà anche a Davide Faraone, il parlamentare del Partito Democratico che ha visto pubblicarsi sulla pagina Facebook dell’on. Nuti del M5S il proprio indirizzo di casa e la propria targa chissà per quale motivo o per indurre a quale reazione a seguito della sua nomina della nuova segreteria del Partito Democratico”.
L’esposto dei democratici della provincia di Teramo fa seguito a numerosi esposti presentati in tutta Italia sempre per lo stesso reato da parte di parlamentari e militanti del Partito Democratico.
“Il nostro impegno in politica, spesso strumentalizzato e attaccato soprattutto sui social network” concludono i firmatari “ci spinge invece ad essere dalla parte di tutti quei cittadini che in questi giorni hanno dovuto subire nella propria città minacce contro le proprie attività commerciali, intimidazioni lungo le strade, aggressioni indistinte da parte dei manifestanti. E vogliamo anche esprimere la nostra vicinanza alle forze dell’ordine che spesso, svolgendo il proprio onesto lavoro, pure hanno subito aggressioni verbali e fisiche”.