Asl Teramo, la nuova ‘sfida’ del manager Paolo Rolleri

paolo_rolleriTeramo. “Sono a 600 km da casa, con una moglie e due figli lontani. Chi me l’ha fatto fare? La grande stima verso il Governatore Gianni Chiodi”.

Si presenta così Paolo Rolleri, nuovo direttore generale della Asl di Teramo, che raccoglie il testimone di Giustino Varrassi e scherza sul mancato funzionamento dell’ascensore nella sede della Asl (“L’importante è che funzioni in ospedale”, commenta).

Genovese, 52 anni, advisor della Kpmg, società di consulenza a cui la Regione ha affidato il Piano di rientro. Ex direttore generale dell’Irccs San Raffaele Pisana, un passato da consulente della sanità nella Regione Liguria. Ed un sogno. “Mi piacerebbe una sanità in cui il paziente venisse guidato” racconta. “Sogno che ci si presenti ad uno sportello, si racconti il proprio problema e, da quel momento, che il problema diventi di qualcun altro. Fino alla morte”.

Non guarderà in faccia nessuno il nuovo dg della Asl, almeno a parole. E quando gli si chiede che fine farà, ad esempio, il direttore sanitario Camillo Antelli, ammette lapidario: “Non ho amici. Ho bisogno di tempo per valutare bene le capacità di ciascuno e il relativo impegno. Per quello che ho potuto vedere fino ad adesso, ho trovato ottime professionalità. Non ci saranno favori, né pregiudizi”.

Rolleri ammette di aver trovato “un’ottima base. Ci sono delle cose che si possono migliorare, ma ho trovato personale preparato. Il mio approccio sarà tecnico e le cose saranno facilitate anche dal fatto che il Governatore Chiodi sia riuscito a portare il bilancio in pareggio”. Quel presidente che, ammette, è stato fondamentale per fargli accettare il nuovo incarico. “Ne ho frequentati diversi, solo due porto nel cuore. Lui e Biasotti (ex presidente Regione Liguria; ndg). Sono persone prestate alla politica, ma che ragionano da imprenditori. Farò bella figura se raggiungerò dei buoni risultati”. Note dolenti, mobilità passiva e liste di attesa: “Sono problemi annosi che riguardano l’intero Paese” spiega. “Bisogna rendere prima di tutto più facile l’accesso alle varie prestazioni ed in questo le UCCP mi sembrano molto utili. Vedo troppa esterofilia: ci sono professionalità molto valide anche nelle vicinanze, non bisogna per forza chiamare qualcuno di fuori”. Discorso che, riconosce, gli calza a pennello, ma la direzione della Asl di Teramo rappresenta per lui una vera e propria sfida. “I tagli? Sono un falso mito. Bisogna solo imparare ad utilizzare meglio le risorse”.

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