Teramo. Il Cirsu rifiuta l’offerta di Aia, è pronto a rimettersi a nuovo e, come dice il suo presidente Angelo Di Matteo, “torna a recitare un ruolo strategico a Teramo e in tutto l’Abruzzo”.
Sono stati presentati questa mattina nella Sala Giunta della Provincia di Teramo i risultati del lavoro di risanamento aziendale di Cirsu SpA, che il Consiglio di Amministrazione e i sindaci dei Comuni Soci hanno condotto nel corso degli ultimi tre anni. Un lavoro condizionato da una difficile situazione societaria, che ha visto nel giugno di un anno fa il fallimento di Sogesa SpA, società mista pubblica controllata al 51% e con Aia SpA socio di minoranza al 49%. L’impegno durato tre anni porta comunque da subito nelle casse della società più di 3,5 milioni di euro (al netto di IVA) e circa 17 milioni di euro (sempre al netto di IVA) previsti nell’intero periodo 2014 – 2022. Non solo: il lavoro fatto da sindaci e CdA ha permesso di approvare il piano industriale e il piano di ristrutturazione del debito; aggiudicare, con gare pubbliche, la gestione della piattaforma per le raccolte differenziate, oltre alla realizzazione e la gestione della nuova discarica; il recupero e la gestione dei volumi residui della vecchia discarica e di affittare lo stabilimento per il riavvio del trattamento dei rifiuti indifferenziati. Passi in avanti del Cirsu per cui la Regione Abruzzo ha deciso di destinare circa 2,3 milioni di fondi Par Fas per il “revamping” dell’impianto di compostaggio all’interno del Polo tecnologico di Grasciano. Tutto il lavoro svolto in questi tre anni verrà presentato domani al giudice fallimentare Flavio Conciatori in occasione della seconda udienza in programma in mattinata e avviata su istanza della stessa Aia SpA. «Dal prossimo gennaio il Cirsu tornerà a fare il 90% delle cose che riusciva a fare prima – ha spiegato il presidente Di Matteo – Sarà una società di patrimonio, non gestirà alcun servizio». Sarà infatti il Consorzio Stabile Ambiente dell’Aquila a farlo, Consorzio che, a titolo di canone di anticipazione sulle attività che andrà a svolgere, si è impegnato da subito a versare nelle casse del Cirsu oltre 3,1 milioni di euro. «Negli ultimi tre anni non c’è stato nessun atto del Cirsu che non sia stato approvato all’unanimità – ha proseguito Di Matteo alla presenza dei vari sindaci – La proposta di Aia (presentata venerdì mattina ed in cui si è proposto, tra le altre cose, l’affitto del Cirsu per 15 anni, ndg) non può essere presa in considerazione poiché fuori controllo pubblico, non rispettosa dei dettati di legge e non soddisfacente in termini economici e finanziari. Cirsu ha scelto di rimanere una società interamente pubblica”. Nelle intenzioni del Cirsu anche il riassorbimento dei lavoratori ex Sogesa.