Stop alla privatizzazione dei servizi comunali: a Tortoreto il M5S incontra i cittadini

convengo_5_stelleTortoreto. Stop alla privatizzazione del servizi comunali. Di questo, ma anche di altro, si parlerà lunedì 25 novembre a Tortoreto (ore 21, locali del bowling Panoramic), nel momento assembleare organizzato dagli attivisti del Movimento Cinque Stelle.

  Sarà un incontro aperto a tutti, chiunque potrà intervenire con idee proposte e suggerimenti. “Punto di partenza”, si legge in una nota degli organizzatori, ” è senz’altro il referendum sull’acqua e la presenza a Tortoreto delle “casette dell’acqua”, un servizio controverso dal momento che il referendum del 12 e 13 Giugno 2011 stabiliva un NO secco degli italiani alla privatizzazione del servi­zio idrico, ma non solo, infatti 28 milioni di cittadini hanno detto NO in maniera inequivocabile alla privatizzazione dei servizi pubblici locali di interesse generale, tra i quali rientrano ad esempio lo smaltimento dei rifiuti, il trasporto pubblico, le manutenzioni cittadine. Una recente sentenza della Corte Costituzionale ha annullato l’obbligo di privatizzazione dei servizi pubblici locali imposto dall’art. 4 del d.l. 138 del 13 agosto 2011, proprio in quanto contrario all’esito dei referendum”. Qui il dibattito sarà ampio e variegato essendoci a Tortoreto una quantità considerevole di servizi affidati ad aziende esterne, spesso con sede legale molto lontana, comportando una condizione ulteriormente sfavorevole per i cittadini che riscontrano un malservizio o peggio subiscono un danno. Parallelamente a questo disagio, sussiste anche il ricorso a manodopera non locale, proveniente dai paesi di origine delle ditte incaricate dal nostro Comune, con una situazione di svantaggio a carico dei cittadini tortoretani che si ritrovano non solo senza possibilità di lavoro, ma anche senza l’occasione di adempiere ad incarichi che hanno una forte valenza psicologica essendo volti al migliora­mento della comunità nella quale vivono quotidianamente. Ci piacerebbe, ad esempio, che fossero gli stessi agri­coltori e allevatori locali, a fornire le materie prime in un servizio mensa scolastico garantendo così la genuinità dei prodotti reperiti a Km 0, e con tutto l’amore di chi vede negli occhi di quei bambini il futuro del proprio paese. È chiaro, infatti, che la grande distribuzione mirerà alla realizzazione di profitti più che sulla qualità del servizio, abbassandone inevitabilmente il livello e aumentandone il costo. Un discorso ampio e complesso merita l’aspetto dei rifiuti, ad oggi una spesa considerevole per il nostro Co­mune, con disagi e forti dubbi sulla reale ecologicità del servizio reso attualmente, in un contesto in cui il rifiuto è sempre più una risorsa in termini sia di ritorno economico che di unità lavorative utilizzabili.      Va detto anche che l’esternalizzazione del servizio comporta un aumento di rischio per i lavoratori, che non hanno gli stessi diritti dei dipendenti comunali e sono soggetti ad una precarietà elevata. Ne è un esempio la vi­cenda del trasporto scolastico nella quale il Comune di Tortoreto non si assume una responsabilità diretta, lasciando però i lavoratori in una condizione di debolezza”.      Le scelte politiche che conducono alla privatizzazione di servizi pubblici vengono spesso rappresentate come l’unica strada praticabile, per far fronte al contenimento e alla riduzione del debito pubblico e alla stabilità dei bi­lanci degli Enti locali, gravati dai continui tagli dei trasferimenti statali e dai limiti imposti dalla spending review. Per molti anni ci hanno detto che la crisi economica impedisce allo Stato di investire nella spesa  sociale e che non ci sono soldi per sostenere i servizi pubblici, e che per questo occorre aprire ai privati! Peccato che si ometta di dire come lo Stato, direttamente, o indirettamente attraverso la Cassa Depositi e Prestiti, quindi con denaro pubblico, sia intervenuto in favore di Istituti Bancari per coprire speculazioni finanziarie, imprese che chiudono, che inquinano e delocalizzano le produzioni, mentre non si vogliono trovare risorse per sostenere i servizi e i beni comuni e si scarica sul debito pubblico il costo del debito privato”.

 

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