Teramo. Ultimi dettagli da definire in vista della giornata di domani, quando, alle ore 18, sarà inaugurato il nuovo Museo della Scultura Pagliaccetti-Crocetti, in una delle sale dell’Ipogeo, in piazza Garibaldi.
Una inaugurazione che ha scatenato non poche polemiche, l’ultima delle quali arriva oggi dai gruppi di opposizione in Consiglio Comunale, che paragonano la sala ad un “bunker”, più che ad uno spazio espositivo. “Questa opera” si legge nella nota “è parte del famigerato Ipogeo, ossia 3 milioni di euro pubblici, non sufficienti per realizzare ciò che era stato annunciato, un percorso espositivo sotterraneo tra la Villa e Piazza Garibaldi. Infatti la sala grande coperta dal grande catino arrugginito, opera fallimentare come da giudizio ormai generalizzato, oltre a non essere chiaro quando, come e a spese di chi verrà utilizzata, non è nemmeno raggiungibile dalla saletta che aprirà in questi giorni. Si apprende inoltre che questo spazio espositivo sarà parte dell’allestimento della Pinacoteca civica e sarà quindi dedicato alla scultura, per ospitare le opere di Pagliaccetti e Crocetti: nulla da dire sulla qualità e il valore dei due artisti, ma è certamente da contestare il fatto che tali scelte riguardanti la gestione del patrimonio pubblico vengano compiute in perfetta solitudine senza considerare ad esempio nessuna consultazione ne’ tantomeno un comitato scientifico deputato a valutare ed esprimersi sulle scelte espositive e culturali riguardanti la città”. Cosa si nasconde, dunque, dietro a tutto ciò? Secondo i consiglieri di opposizione é chiaro: “Ci troviamo dinanzi all’ennesimo atto di autoreferenzialità e di arroganza che rischia di diventare solo il saldo di un debito di riconoscenza di alcuni amministratori nei confronti di Antonio Tancredi, primo proponente di questo omaggio alla scultura, i quali, rimasti ormai orfani della sua guida e della sua visione, si mostrano incapaci persino di ottenere la delibera di una scelta passando per un formale provvedimento del Consiglio Comunale, della Commissione Cultura o della Giunta stessa. Noi crediamo che se l’obiettivo fosse stato solo quello di restituire alla città uno spazio pubblico, dopo anni di lavori interminabili, si sarebbero scelte forme decisionali più trasparenti, che avrebbero dovuto coinvolgere non solo l’intero Consiglio Comunale, ma la cittadinanza tutta. Quello che avverrà domani rischia invece di essere solo l’ennesima passerella mediatica di una Amministrazione che taglierà il nastro per celebrare sé stessa e il suo compianto ispiratore”.
IL PUNTO DI SIRIANO CORDONI. Purtroppo ancora una iniziativa culturale tinta del più banale provincialismo, fatta solo per far vedere che qualcosa si fa. Una iniziativa buttata là senza un minimo di programmazione, senza una logica. Che male hanno fatto due dei più grandi esponenti della scultura moderna abruzzese per essere relegati in una saletta programmata per ospitare conferenze e quindi solo sedie? Un museo della scultura meriterebbe una riflessione culturale, una programmazione, un luogo capace di valorizzare le singole opere d’arte. Meriterebbe l’orgoglio di una comunità nel voler dedicare un museo a due dei più grandi artisti locali. Mette i brividi pensare che opere d’arte verranno esposte belle allineate come in un banale negozio d’arte moderna. Mette tristezza pensare che un polo culturale, come la sala ipogea, prima ancora di essere inaugurata, venga snaturata per quel che doveva diventare e cioè luogo straordinario di esposizioni temporanee, capace di far tornare a essere Teramo punto incontro di grandi eventi culturali, capaci di farle tornare a recitare il ruolo di protagonista della cultura locale. E per ottenere ciò non basta l’inaugurazione di una apparente museo della scultura in una stanza nata solo per ospitare “conferenze inaugurative” di grandi mostre. Chi ha programmato tutto ciò non ha guardato neanche una pagina del progetto della sala ipogea. Non ha letto ciò che voleva essere e purtroppo non potrà essere. Era ed è doveroso ricordare l’on. Tancredi, ma era ed è anche altrettanto doveroso, come faceva lui, pensare in grande. Invece pur di far vedere, pur di dare in pasto all’opinione pubblica una apparente efficienza inaugurano non un museo, ma una stanzetta di Crocetti e Pagliaccetti.