Giulianova. “Progresso Giuliese si interroga. Ma anche noi ci interroghiamo su come facciano i conti”. Così replica Simona Conte, amministratore unico di Julia Servizi, all’attacco dei consiglieri Ciafardoni, Maddaloni e Francioni.
L’amministratore unico precisa che “il Perito Tecnico che ha stimato l’impianto (il cogeneratore) ha tenuto conto di tutto questo, tanto è vero che lo ha valutato soltanto 895mila euro, ed esattamente questo è stato il prezzo d’acquisto del nostro “fallimentare” investimento, 895mila euro più Iva, ossia complessivi euro 1.082.950, salvo variazioni d’imposta, e non 1.250.000 euro come lasciato intendere da Progresso Giuliese quando parla di cinque rate da euro 250mila ciascuna. Se andiamo a leggere gli atti pubblici veniamo a sapere che l’acquisto è stato siglato in due tempi, il primo step a ridosso della fine del 2011, il secondo nei primi mesi del 2012, e che le modalità di pagamento concordate sono state le seguenti: 250mila Iva compresa, alla firma dell’atto (bonifico eseguito in data 28/12/2011); 20mila euro mese iva compresa fino ad esaurimento del debito. Quanto a dette rate, Julia Servizi è perfettamente in regola con i relativi pagamenti. Le ricevute di bonifico sono a disposizione di chiunque sia interessato a prenderne visione”. Simona Conte, in merito alle accuso di “investimento fallimentare” precisa che “Julia Servizi ha acquistato il trigeneratore in data 29/12/2011 e lo gestisce direttamente dal 01/01/2012. La specifica contabilità del trigeneratore relativa all’anno 2012, esercizio ancora in fase di chiusura, fa sostanzialmente rilevare un disavanzo di appena 4mila euro. Come dire che, nel primo anno di gestione, siamo riusciti a rinegoziare al ribasso i contratti con i fornitori, ad operare alcuni importanti aggiornamenti tecnologici che hanno consentito di migliorare il servizio offerto, tipo acqua a temperatura più elevata, come richiesto dagli utenti; per logica conseguenza a rinegoziare i contratti con i clienti stessi e a ridurre le emissioni di gas serra grazie alla produzione combinata di energia elettrica e calore/freddo, per riscaldamento e condizionamento estivo, come previsto dagli impegni europei e dagli impegni del “patto dei sindaci”, il cosiddetto obiettivo 20-20-20 (-20% di emissioni gas serra entro il 2020). E’ stato un anno di durissimo lavoro, ma il trigeneratore è stato portato in pareggio, esattamente come promesso. Gli obiettivi del primo anno rappresentano soltanto il primo dei passi previsti dal piano industriale di medio lungo termine che è stato elaborato”.
In merito ai 100mila euro (utile dell’esercizio 2012) che la Julia Servizi dovrebbe al Comune; Simona Conte sottolinea che “l’esercizio 2012 ancora non sia formalmente chiuso, che il bilancio ancora non sia stato ancora approvato e che l’utile non sia stato ancora determinato. Ma, se per caso Progresso Giuliese si stava erroneamente ed impropriamente riferendo al dividendo 2011, ci sentiamo di rassicurarli. Tranquilli, è stato versato anche quello”.
L’amministratore unico, in conclusione, ribadisce come “la Julia Servizi ha modificato il proprio oggetto sociale ampliandolo considerevolmente. La Julia Servizi oggi può vendere gas, energia elettrica e altri prodotti energetici, può importare ed esportare energia, può prestare servizi tecnici, commerciali e contrattuali nel campo dell’energia, può fare trading di prodotti energetici, può svolgere tutte le operazioni di produzione, commercializzazione e cessione di energia elettrica e calorica sia da fonti fossili, sia da fonti rinnovabili, può gestire impianti per la produzione di energia elettrica, può attuare iniziative volte allo sviluppo di progetti volti al risparmio dell’energia, può promuovere in ogni modo l’utilizzo di fonti di energie rinnovabili, può compiere tutte le attività che riterrà necessarie o semplicemente utili per il raggiungimento degli scopi sociali, etc etc. Detto elenco ha valore meramente esemplificativo e non esaustivo. Ma come? Progresso Giuliese non ricorda che questa modifica è passata in consiglio comunale il quale l’ha autorizzata? Dov’erano quel giorno i suoi esponenti? Del loro stupore – conclude Simona Conte – perdonatemi, mi stupisco”.