Montorio. Al Comune di Montorio arriva la mozione di sfiducia nei confronti del sindaco Alessandro di Giambattista. I ciunque componenti della minoranza e i due fuorisciti dalla maggioranza (Gersan Persia, Alfredo Grotta, Andrea Guizzetti, Anna Foglia, Arturo Umberto Valleriani, Piergiorgio Coruzzi e Dario Marcacci), infatti, questa mattina hanno protocollato, con una lettera indirizzata al Sindaco, al Segretario Comunale ed al Prefetto, la mozione di sfiducia nei confronti del Sindaco di Montorio al Vomano.
Diversi i punti che sostanziano la sfiducia. “In questi quattro anni”, si legge, ” di consiliatura – è stato contrassegnato da una gestione autoritaria e personalistica della cosa pubblica e ciò ha provocato un vero e proprio ingessamento dell’azione amministrativa, con gravi e negative ricadute effettuali sugli interessi comunitari ed individuali.Nello specifico, il Primo Cittadino:1 ) non ha mai convocato il Consiglio Comunale, con cadenza semestrale, per garantire la partecipazione dell’Organo di vertice dell’ordinamento municipale alla definizione, all’adeguamento ed alla verifica periodica dell’attuazione delle linee programmatiche da parte della Giunta, così come prescritto dall’art. 18, 2° c., dello Statuto Comunale;2 ) ha sistematicamente conculcato i diritti della minoranza consiliare e dei singoli Consiglieri Comunali: in particolare, ha precluso a questi ultimi il pieno esercizio del diritto all’informazione, rifiutandosi ( attraverso una interpretazione inaccettabilmente restrittiva del dettato normativo ) di fornire dati e notizie afferenti all’attività amministrativa e al pubblico interesse ( si pensi, al riguardo, al diniego da egli opposto alla richiesta di rendicontazione delle ingenti somme erogate dallo Stato al Comune per far fronte all’emergenza post sisma, anche per ciò che concerne la salvaguardia degli equilibri di bilancio );3 ) non ha mai voluto considerare le proposte provenienti dalla minoranza consiliare e dai singoli Consiglieri Comunali, imponendo all’assemblea civica di respingerle attraverso un uso indiscriminato ed illiberale dello strumento cd. dei “ colpi di maggioranza ” ( difensore civico, avvocatura municipale, riprese televisive dei lavori consiliari, riduzione delle aliquote imu );4 ) ha gestito la cosa pubblica in maniera non trasparente, come dimostra la censura di cui al precedente punto sub n.1 e come è comprovato dalle vicende relative ai residui attivi, ai debiti fuori bilancio, alla ricostruzione del dopo terremoto e al cd. motodromo;5 ) ha – mediante un impiego poco prudente della spesa pubblica – indebitato ( sino ai limiti di un default finanziario ) l’Ente ( debito pubblico consolidato – E 16 milioni – , debiti fuori bilancio, debiti derivanti da procedure espropriative non definite nei termini di legge, convenzioni eccessivamente onerose, contributi erogati ad associazioni private, oneri per costi di giustizia );6 ) ha condotto in modo fallimentare il processo di ricostruzione post sisma, tanto è vero che – a quattro anni dal terremoto del 6 aprile – la ricostruzione non è ancora incominciata;7 ) ha scompaginato il tessuto urbanistico della Città, favorendo lo sviluppo di una edilizia selvaggia ( della quale l’esempio paradigmatico è rappresentato dagli edifici eretti nell’area dell’ex mattatoio e dal “ mostro ” di cemento costruito in Via del Colle ) e consentendo l’introduzione di una variante al PRG fondata sul seguente criterio “ abbiamo cercato di accontentare tutti nei limiti del possibile “;8 ) non è stato in grado di far funzionare gli uffici comunali in maniera ottimale, come testimoniano le vicende collegate al DURC e alla rendicontazione post terremoto, nonché alla gestione del servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani ( senza, peraltro, dimenticare lo stato di endemica “ impotenza funzionale ” in cui versa il Corpo di Polizia Municipale ); 9 ) non ha risolto problemi di notevole momento quali quelli attinenti alla viabilità ( Montorio non è dotata di un piano traffico ), alla pulizia delle vie pubbliche ( la Città non è mai stata così sporca ), all’arredo urbano ( non è stato mai attuato un piano diretto a regolamentare l’installazione di insegne e di bacheche ), alla sistemazione del lungo fiume, alla condizione di degrado dei cimiteri, all’assegnazione degli edifici di edilizia residenziale pubblica, alla riorganizzazione e al potenziamento della biblioteca municipale;10 ) non ha portato a compimento opere iniziate da anni ( con utilizzo di pubblico denaro: parcheggio pluripiano di Via del Colle, parcheggio di Via Settembrini non utilizzabile per difetto di accesso, sala cine-teatro, impianto termale ), limitandosi a promettere la realizzazione di progetti chimerici ( polo scolastico , motodromo );11 ) si è disinteressato della salute dei cittadini, omettendo di approntare ( come pure aveva promesso pubblicamente ) tutte le misure necessarie al fine di permettere la rimozione dei tanti siti di amianto che infestano il territorio comunale;12 ) ha accantonato il progetto della “ casa di riposo ”, ha colpevolmente tollerato che i lavori preordinati all’innalzamento del nuovo “ asilo nido ” si protraessero sine die, non si è minimamente preoccupato della gestione del “ Centro per disabili ” di Villa Brozzi, evidenziando, in questo modo, di essere indifferente alle esigenze delle categorie sociali più deboli ( anziani, minori, diversamente abili );13 ) è rimasto sordo – con un atteggiamento immotivatamente ostile nei confronti di una parte della comunità – rispetto ai bisogni e alle istanze dei cittadini che risiedono e che lavorano all’interno del perimetro del Centro Storico, determinando, in tal guisa, la chiusura di molti esercizi commerciali ( già in crisi a causa dello spopolamento originato da infelici scelte urbanistiche, dall’evento sismico del 2009 e dall’attuale sfavorevole congiuntura );14 ) ha abbandonato al loro destino gli abitanti delle Frazioni ( in particolare, quelli dimoranti a Faiano ), ormai relegate all’umiliante ruolo di meri “ serbatoi elettorali ”;15 ) sta sponsorizzando ( in nome e per conto dell’Amministrazione ) la costruzione ( ad opera di privati ) di un impianto motoristico ( la cui edificazione postula una variante al PRG e l’avvio di costose procedure di espropriazione di terreni privati ) di dubbia fattibilità e di indimostrata pubblica utilità, pretermettendo di valutare le tante voci dissonanti che, al riguardo, si sono elevate da alcuni settori della politica locale e dalla società civile ( e dimenticando anche che nel suo programma elettorale era puntualizzato che la realizzazione dell’opera avrebbe dovuto essere condizionata ad una preventiva “ consultazione popolare ” );16 ) non ha implementato il precitato programma e, di recente ( durante l’ultima competizione elettorale ), ha addirittura “ presentato ” alla cittadinanza i candidati della compagine politica di centro destra denominata “ Scelta Civica per Monti ”, sancendo così il suo divorzio dal Partito Democratico;17 ) ha sostanzialmente consentito ( con un atto senz’altro legittimo, ma politicamente inopportuno, anche se formalmente imputabile al competente Responsabile di Area ) che alla procedura negoziale avente per oggetto la scelta del contraente privato ai fini dell’appalto dei lavori relativi alla ristrutturazione di “ Palazzo Pratizi ” fossero invitati ( con ciò creando un caso che non ha – in assoluto – precedenti ) soltanto imprenditori non montoriesi, con conseguente grave nocumento per la già disastrata economia paesana;18 ) si é fittiziamente e strumentalmente dimesso ( tanto è vero che egli ha revocato, dopo qualche giorno dalla sua “ formalizzazione ”, la rinuncia all’ufficio sindacale ) senza osservare le modalità procedimentali ( che esigono che il Sindaco dimissionario si presenti davanti alla massima assise cittadina e spieghi le ragioni sottese alla sua volontà abdicativa ) normativamente stabilite e senza esternare i motivi di una simile decisione, e ciò al solo scopo di richiamare all’ordine alcuni Consiglieri di maggioranza ( e lo stesso segretario locale del PD ) che avevano osato criticare il suo “ centralismo autocratico ”, in tal modo anteponendo i suoi interessi politici di parte agli interessi generali della collettività locale;19 ) in definitiva:° ) si è dimostrato un Sindaco privo di un progetto programmatico, di una idea di città, di una visione politica: egli, invero, non ha saputo individuare la vera vocazione di Montorio, proponendo nel tempo – confusamente e contraddittoriamente – modelli sociali ed economici tra di loro inconciliabili, quali quelli fondati ora sul “ Parco ”, ora sulla “ Turbogas ”, ora sul “ Motodromo ”;° ) si è palesato un Sindaco politicamente incapace di conservare la maggioranza consiliare e il consenso elettorale: il PD lo ha delegittimato, la maggioranza consiliare che lo sostiene si sta progressivamente sfaldando, la maggioranza venuta fuori dalle urne ( e che lo ha espresso ) si è dissolta, la “ gente ” non nutre più alcuna fiducia in lui;° ) si è rivelato un Sindaco “ burocrate ” non in grado di dare la giusta soluzione ai tanti problemi ( di cui avanti è stata fatta una elencazione di certo non esaustiva ) che attanagliano le famiglie, i lavoratori, i senza lavoro e le imprese montoriesi;° ) si è manifestato un Sindaco inadatto a restituire a Montorio quella funzione di guida delle realtà comunitarie dell’entroterra teramano che per collocazione geografica, per cultura e per tradizione storica le compete ( contribuendo, anzi, con la sua latitanza in seno agli enti sovracomunali, ad accentuare il ruolo marginale ed ancillare di Montorio nell’ambito dello scacchiere politico ed istituzionale provinciale