“Se è vero, come è vero, che il Pd teramano ha sempre ritenuto che il contrasto al triste fenomeno dell’evasione fiscale fosse questione prioritaria (soprattutto in un periodo di magra per le casse comunali, sempre più erose da continui tagli), Brucchi, al contrario, si sveglia solo ora” si legge in una nota. “Poco gli era importato in passato, infatti, di avere a disposizione un organismo, il Consiglio Tributario che, istituito con delibera consiliare in applicazione del D.L. 78/2010, aveva esattamente il compito di contrasto all’evasione fiscale. La norma, infatti, prevedeva che il Consiglio (istituito a costo zero per le casse comunali) potesse ‘dialogare’ con l’Agenzia delle Entrate proprio al fine di partecipare agli accertamenti tributari, avendo, per così dire in premio, la possibilità di incamerare l’intero gettito derivante dalla partecipazione all’attività di accertamento dei tributi erariali. Eppure, il sindaco Brucchi, senza spiegazioni e contro il parere del Partito Democratico, ha soppresso il Consiglio Tributario, rinunciando di fatto alle possibili entrate derivanti dal recupero delle imposte, delle sanzioni e degli interessi che sarebbero spettati al Comune per la sua collaborazione nelle attività di accertamento fiscale da parte del Governo. Perché dunque eliminare un organismo che, senza costare un soldo, avrebbe potuto svolgere un’attività fondamentale per il Comune? Perché alle numerose interrogazioni che il Pd ha posto sull’argomento, il sindaco non ha mai dato risposta? Se oggi il Pd teramano può certamente rallegrarsi del nuovo accordo del Comune con la Guardia di Finanza, non può invece fare a meno di chiedersi se, per lunghi anni, in chi governa questa città non sia prevalsa – purtroppo – la logica dell’accettazione del fenomeno evasivo ed elusivo, perpetrato negli anni dal centro-destra, anche attraverso l’approvazione di ripetuti condoni fiscali. Come al solito, ancora una volta, la giunta Brucchi si appresta a chiudere la stalla dopo che i buoi sono scappati”.