Teramo. Nessuna sorpresa, solo una conferma ufficiale: Luciano D’Amico è il nuovo rettore dell’Università degli Studi di Teramo. Quasi una notizia “scontata” considerato che D’amico, ex preside della facoltà di Scienze della Comunicazione ed unico candidato, ha raggiunto il quorum di 344 votanti.
Il nuovo rettore succede a Rita Tranquilli Leali. Diversi gli obiettivi messi al centro dell’attività fra i quali ci sono ricerca e integrazione con il territorio, ma anche dare nuovo impulso alle facoltà e potenziare l’ateneo.
Nelle prossime settimane si procederà alla nomina dei nuovi presidi di Giurisprudenza, Veterinaria, Agraria, Scienze politiche e Scienze della comunicazione.
Per l’elezione del rettore hanno votato 414 elettori, il 75% dei 553 aventi diritto tra docenti di prima e seconda fascia, ricercatori, personale tecnico-amministrativo e di biblioteca e rappresentanti degli studenti nei vari organismi. La proclamazione ufficiale da parte del presidente della Commissione elettorale centrale avverrà entro sette giorni lavorativi dalla chiusura del seggio elettorale.
Chi è Luciano D’Amico. Nato a Torricella Peligna nel 1960, Luciano D’Amico vive a Teramo, è professore ordinario di Economia Aziendale dal 2000 ed è stato preside della Facoltà di Scienze della Comunicazione dal 2010 al 2012. È direttore generale della Fondazione Università degli Studi di Teramo e presidente dell’Istituto Superiore di Studi Musicali Gaetano Braga. Ha ricoperto numerosi incarichi istituzionali presso l’Università degli Studi di Teramo e l’Università degli Studi “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara ed ha svolto attività di ricerca su temi istituzionali dell’Economia aziendale, di Controllo di gestione, di Storia della ragioneria e di Accounting, pervenendo alla pubblicazione di numerosi articoli e monografie. È stato componente del NUVA (Nucleo di valutazione) dell’Università di Chieti-Pescara nel triennio 1997-1999. È componente del NUVA dell’Università Ca’ Foscari di Venezia dal 2006 e del NUVA dell’Università degli Studi di Verona dal 2007. È presidente della Società Italiana di Storia della Ragioneria (SISR), socio ordinario dell’Accademia Italiana di Economia Aziendale (AIDEA) e della Società Italiana dei Docenti di Ragioneria ed Economia Aziendale (SIDREA). È membro del Comitato di redazione della rivista Contabilità e Cultura Aziendale, membro del comitato scientifico delle riviste Management Control e Economia, Azienda e Sviluppo, reviewer di prestigiose riviste e collane scientifiche sui temi di ricerca dell’Economia aziendale. Presso il Consiglio nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili è stato componente della Commissione per la diffusione e applicazione dei principi contabili a partire dal 2004 e della Commissione nazionale di studio in materia di Project Financing nel biennio 2005-2006.
Il messaggio del presidente del Consiglio regionale, Nazario Pagano
“Rivolgo le mie più vive congratulazioni al professor Luciano D’Amico, neo Rettore dell’Università degli Studi di Teramo. Sono certo che, anche alla luce delle sue grandi qualità professionali esaltate da una prestigiosa attività accademica, egli saprà condurre l’Ateneo di Teramo verso il raggiungimento di nuovi importanti traguardi. Sono convinto che il neo Rettore D’Amico saprà rilanciare con successo la governance dell’Ateneo, come ha indicato nel suo programma di lavoro, al fine di assicurare all’Università teramana un lungo periodo di crescita, senza abbandonare il progetto di federazione dei tre Atenei regionali, che reputo il primo traguardo da raggiungere per costituire in futuro una sola e unica Università abruzzese”.
Gli auguri del presidente della Provincia di Teramo, Valter Catarra
“L’entusiasmo, la stima e l’affetto che si respira attorno a lui sono la migliore garanzia per il presente e il futuro dell’Ateneo teramano. Avrà il pieno e convinto sostegno della Provincia nelle numerose sfide che lo attendono perché le sue idee e i suoi progetti tengono sempre in considerazione le possibili sinergie e gli scenari di crescita per il territorio. Noi, forse più di altri, possiamo comprendere la qualità del suo impegno perché l’inizio del suo mandato coincide con uno dei momenti più difficili per il Paese e soprattutto per le autonomie locali e per tutte quelle istituzioni, come la nostra Università, che devono fare i conti con risorse sempre più esigue. La sua statura di economista, unita alle qualità dell’uomo, sono una risorsa per tutta la comunità teramana e contribuiranno a preservare un patrimonio, quello dell’Università, che i teramani si sono conquistati con impegno e orgoglio”.
Il commento di Stefano Diodati, consigliere del CDA dell’ADSU per Officine Indipendenti e membro di Teramo 3.0
“Il plebiscito rimanda alla memoria un periodo buio della nostra storia recente, plebisciti seguivano le annessioni del Regno di Sardegna, plebisciti ci furono nel ’29 e nel ’34, ai tempi del partito unico fascista. Essendo, dunque, quanto più distante dalla democrazia vi possa essere è difficile oggi rallegrarsi dell’elezione del prof. D’Amico, unico candidato, scelto dalla politica con buona pace della millantata autonomia universitaria, di questa modernissima versione del monopartitismo, felice adozione, tra gli altri, del Gibuti, dell’Eritrea e della Cina. Si è trascinato per giorni nei corridoi dell’università l’ambito carro del vincitore, rincorso dai professori in cerca d’un contratto a tempo indeterminato e da ambiziosi rappresentanti degli studenti nella scia di questo o quel professore, come se nonn esistessero concorsi pubblici e gli incarichi venissero dati per nomina. Come molto spesso è, purtroppo. Non vanno taciuti, peraltro, i limiti del programma elettorale del neo rettore che vanno nella direzione politico-strategica d’implementazione della cattedrale nel deserto di Colleparco, monumento alla speculazione e al potere di uno sui molti. L’unico candidato ha vinto, dunque, ma non ha ottenuto il plebiscito che s’era prefisso. Hanno annullato la scheda in 70 su 414 votanti, il 16,9%. Ha disertato la votazione il 25% degli aventi diritto. Sarebbe parso più giusto e più democratico che voci indipendenti e di critica si fossero levate da parte di chi vive ogni giorno l’università. E’ stato invece un assordante silenzio, rotto solo dall’iniziativa Matti per l’Università di Teramo 3.0, associazione della quale sono militante attivo, raccolta firme per aprire un dibattito sull’obiettivo cruciale di far ritornare al centro della città l’Università, quel che dovrebbe essere il tempio della razionalità e, invece, sembra molto più un centro commerciale”.