Franco Marini riconfermato (in deroga) alla candidatura in Parlamento: lettera aperta del teramano Antonio Topitti

franco_mariniNegli ultimi tempi la parola d’ordine della politica italiana è stata “rinnovamento”. Via le “vecchie facce”, largo ai giovani, spazio alla creatività….salvo poi ritrovarsi a fare i conti sempre con gli stessi.

Loro che la politica l’hanno fatta e l’hanno distrutta. Loro che hanno attirato e poi allontanato con un soffio le giovani generazioni. Loro che, a questo punto della vita, dovrebbero avere l’umiltà di fare un passo indietro. E invece sono ancora lì. Con buona pace di chi, forse, almeno un minimo, ci aveva creduto nella voglia di cambiamento. Di esempi ce ne sarebbero a iosa, a destra e a sinistra. Come a dire, è un “non-rinnovamento bipartisan”, che mette d’accordo tutti, delusi di destra, di sinistra e di centro.

Ma a fare rumore, in questi giorni, è la riconferma (in deroga) del senatore marsicano Franco Marini, 78 anni di grande esperienza alle spalle e candidato in Parlamento nelle fila del Pd.

A lui, Antonio Topitti, membro provinciale del Partito Democratico di Teramo, ha voluto inviare una lettera aperta, che pubblichiamo, interamente, di seguito.

 

Senatore Marini,

noi non ci conosciamo anche se entrambi figli di terra d’Abruzzo, lei Marsicano io Teramano. In comune abbiamo la passione politica, le nostre sono state vite parallele nella differenza di ruoli: la sua simile a tanti altri dirigenti nazionali nel campo sindacale e politico, la mia simile a milioni di italiani umili lavoratori da sempre impegnati nel campo politico sociale.

Mentre lei negli anni ’60 era impegnato nella scalata ai vertici di uno dei più importanti movimenti sindacali, il sottoscritto lavorava in nero nei ristoranti dei lidi teramani e romani per mantenersi agli studi.

Mentre lei arrivava al vertice del suddetto sindacato, il sottoscritto lavorava come venditore di libri porta a porta.

Mentre lei si sedeva nello scranno di Palazzo Madama, il sottoscritto raggiungeva il sogno di una vita ed apriva un attività commerciale a posto fisso come libraio.

Mentre lei viene riconfermato in deroga alla quarta candidatura per l’ennesima rielezione al Parlamento Italiano, il sottoscritto, al pari di tanti altri operatori economici e commerciali, quotidianamente si barcamena tra una marea di problemi economici e finanziari per far sì che la sua impresa non abbassi definitivamente la serranda.

Nel leggere sulla stampa la sua soddisfazione per la riconferma da lei ottenuta dalla direzione romana e avversando più di lei il termine “rottamazione”, umilmente mi permetto di rilevare che ,dopo aver ottenuto sul campo questa onorificenza pari a quella di un lavoratore che ottiene un cavalierato o una laurea ad honoris causa, lei possa essere utilissimo al Partito Democratico scegliendo volontariamente di non ripresentarsi candidato alle prossime elezioni dando una lezione di etica, di moralità e di democrazia alla sua generazione politica e possa essere sì di esempio ai tantissimi giovani che si stanno attivando in tutto il paese per il rinnovamento.

Lei è stato molto utile a questo nostro Abruzzo, nel recente passato, regalandoci nel 2005 la candidatura di Del Turco a presidente regionale con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Adesso ritengo che la sua auto-ri-candidatura sia un ulteriore regalo che non meritano né gli abruzzesi né nessun altra regione italiana. Avendo il sottoscritto un profondo rispetto per chiunque raggiunga la sua veneranda età, non può esimermi dal ritenere che lei, sotto l’aspetto politico, faccia parte del passato non sempre glorioso di questo nostro Paese. Il miglior contributo che può dare per il futuro è fare da normale cittadino il “nonno” della politica, abruzzese e nazionale. Con la sua pluriennale esperienza, certamente potrà dare saggi consigli alle nuove generazioni del Partito Democratico e della società civile di questo nostro Paese.

 

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