“Le antiche città – si legge nella nota degli organizzatori – erano integrate con la campagna circostante, al contrario i primi processi di massiccio inurbamento alterano questo rapporto portando ad un conflitto città/campagna. Nel tardo Settecento in Francia, e successivamente in molte altre città europee, si rende visibile una prima inversione di tendenza: il verde assume importanza proprio nei centri urbani e nasce il concetto di “giardino pubblico”. In questo contesto la vegetazione ornamentale, proposta come elemento di salute pubblica, viene riconosciuta anche come contributo alla funzione estetico ricreativa. Oggi il verde urbano può contribuire in modo determinante al miglioramento del microclima e si possono attenuare gli squilibri ambientali della città contemporanea. Piani regolatori tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento prevedevano infatti ampi spazi da destinare al verde pubblico; in Italia questa componente rimarrà per lo più superflua e limitata all’arredo urbano. In un processo di espansione urbana, il verde viene ad assumere nuovi ruoli, non solo quello decorativo ma anche ecologico e sociale, con spazi ricreativi ed educativi che migliorano il clima urbano; inoltre assorbono gli inquinanti atmosferici, riducono i livelli di rumore, stabilizzano il suolo, forniscono l’habitat per molte specie animali e vegetali, etc. L’auspicabile diffusione del verde urbano, indicata anche da Agenda 21 a livello mondiale e la Carta di Aalborg a livello europeo è un elemento di grande importanza ai fini del miglioramento della qualità della vita nelle città. Al fine di avere un’idea più chiara dell’argomento, martedì 30 ottobre nella sala Buozzi di Giulianova, discuteremo del rapporto città-verde e di come il verde urbano può migliorare le nostre città”.