Tortoreto. Lo “scontro” verbale nell’ultima seduta del consiglio comunale, di fatto, non c’era stata.
Anche perchè al momento della lettura della relazione sugli esiti della commissione di vigilanza, da parte del presidente della commissione Rolando Papiri, gli altri quattro ex colleghi di lista, avevano abbandonato l’aula. Il contrasto, ovviamente, resta, anche alla luce del giudizio che lo stesso Papiri ha riservato ai “detrattori” a margine della stessa relazione.La replica, ovviamente, non si è fatta attendere. Nico Carusi, capogruppo del Pd in consiglio comunale, puntualizza alcuni concetti. “Se da una parte la politica ha dato l’idea di voler appurare in maniera autonoma e distinta dagli inquirenti la verità” spiega, ” dall’altra ciò si è rivelato strumento servito ad imbavagliare la voce e le opinioni delle forze d’opposizione. Il presidente ha tenuto all’oscuro i componenti su vicende rilevanti ed ha adottato decisioni senza la preventiva consultazione con gli altri consiglieri.Ricordo che il presidente viene scelto dalle forze di minoranza che lo propongono al consiglio comunale e che lo elegge. A nulla sono valse le richieste ufficiali di dimissioni, inviate agli organi di controllo dopo i riscontri negativi sulla conduzione di Papiri in entrambe le commissioni. Politicamente parlando, Papiri è rimasto intrappolato nel suo stesso progetto, quello di accentrare intorno a sé il potere e la voce dell’opposizione, scelta che oggi alla luce dei fatti si è rivelata per lui un boomerang. Politicamente scorretto è stato presentare in consiglio una relazione del lavoro svolto dalla commissione, senza che gli altri componenti ne prendessero prima visione e quindi sottoscrivessero il documento”. La critica politica all’ex capogruppo di minoranza, investe anche altri passaggi. Una commissione, secondo Carusi, che alla fine è rivelata una perdita di tempo. ” Ritengo peraltro anomalo” prosegue, ” aver fatto incassate assegni per oltre 45mila euro, trovati nell’uufficio ragioneria, ” pur sapendo che c’era un’inchiesta aperta”. E poi una serie di interrogativi. ” Il lavoro della commissione è proseguito senza chiedersi il motivo per il quale non è stata detta la verità sugli acquisti dell’ex funzionario” dice, ” mentre una riflessione forse era necessaria.E poi, chi aveva l’interesse a far sparire il faldone delle sponsorizzazioni riguardanti le manifestazioni di Natale 2010? Faldone sparito nel periodo nel quale si stava approntando il relativo regolamento?”.