La mancanza del numero legale nella seconda convocazione del Consiglio comunale per l’approvazione del bilancio (erano necessarie 17 presenze ma ce n’erano solo 13) ha di fatto sancito lo strappo definitivo all’interno del centrodestra tra Maurizio Brucchi da una parte, che conferma la propria volontà di restare al suo posto, e da ciò che era la parte più cospicua della sua maggioranza, ovvero il gruppo di Futuro In, che ha scelto di non presentarsi con i suoi consiglieri (mentre gli assessori erano presenti ma probabilmente domani riconsegneranno le deleghe), sancendo la fine dell’appoggio di Paolo Gatti al secondo mandato del sindaco.
Ma il comunicato di sabato scorso, con la richiesta di dimissioni di Brucchi , ha segnato lo spartiacque, arrivando oggi alla resa dei conti che vede, per la prima volta opposizione e quel che resta della maggioranza uniti, nel puntare il dito contro Paolo Gatti considerato vero responsabile di questa disfatta.
“Una situazione vergognosa”, ha commentato Flavio Bartolini, capogruppo del Pd, “con una maggioranza che arriva addirittura a sfiduciare se stessa. Perché è indubbio che Gatti abbia governato la città in questi anni, lasciando ora il sindaco per strada, con la città in uno stato disastroso”.
E parla di un’amministrazione nata male, continuata peggio che finisce così, “per i capricci di Futuro In”, con una chiara condanna al principale responsabile di questa situazione, ovvero Paolo Gatti.
“La città di Teramo si ritrova vittima di una guerra fratricida”, ha detto Fabio Berardini del Movimento 5 Stelle, che ha ricordato come ci siano due modelli di fare politica, “o una guerra di poltrone o quello proposto dal Movimento 5 Stelle che anche oggi avrebbe voluto lavorare per la città presentando due mozioni per il vuoto a rendere e per l’aggiornamento del piano di emergenza comunale fermo al 2012”.
Definisce, invece, “grottesca” la situazione che si è venuta a creare oggi in Consiglio, Gianguido D’Alberto, di “Insieme Possiamo”, che sottolinea come, dopo cinque giorni, quella odierna sia stata la seconda dimostrazione del fallimento del centrodestra, con il gruppo di maggioranza relativo responsabile di questa situazione ai danni della città.
“La nostra città si è dimostrata essere un tavolo da gioco”, ha aggiunto D’Alberto, “dove in palio c’era la fortuna politica di alcune persone e non la risoluzione dei problemi dei teramani”.