Una vittoria che, proprio perché niente affatto scontata, risulta essere ancora più bella. Per Gabriele Minosse, neorieletto alla segreteria provinciale del Pd di Teramo, è il giorno della resa dei conti all’indomani di un’elezione che, alla vigilia, aveva mostrato tutta la durezza e la combattività di due anime in netta contrapposizione all’interno di uno stesso partito.
Una vittoria che nasce soprattutto da Teramo città, con un risultato superiore al 50% in tutti i circoli, Roseto e Giulianova e che ha visto vincere le liste del candidato concorrente Elvezio Zunica solo in Val Vibrata, ad Isola del Gran Sasso, Valle Castellana, Colledara, Mosciano, Pineto e Castel Castagna.
E nonostante le critiche mossegli finora, come a togliersi la polvere dai vestiti, il sindaco di Cortino assicura di voler riprendere il lavoro proprio là dove si era parzialmente interrotto, a seguito del susseguirsi delle varie emergenze che hanno coinvolto il territorio provinciale a partire dallo scorso anno.
“Ci saranno cambiamenti”, annuncia Minosse, “ma soprattutto spero che si sia capito che d’ora in poi non accadrà più che si faccia quanto ci dicono gli altri, lasciando che le decisioni siano prese da lontano. A parlare sarà la stessa provincia teramana che tornerà a curare i propri interessi e non saremo asserviti a decisioni imposte dalla regione”.
Parole chiare, dunque, rivolte non solo all’anima progressista del partito, che comunque già in mattinata gli ha augurato buon lavoro, ma anche alla stessa segreteria regionale e al Governatore Luciano D’Alfonso, rei di non aver fatto nulla per il teramano (vedasi la gestione strade con l’Anas).
E rispetto a quanto accaduto a Montorio, con le dimissioni dei vertici del partito proprio nel giorno del congresso, Minosse ha ricordato come gli organi decadano in questo giorno e ha parlato di “eccessivo nervosismo” con illazioni e insulti, valutando anche la possibilità di avviare l’iter per la querela nei confronti delle offese ricevute.
“Se ci sono indagini in corso”, ha detto in relazione alle accuse sul tesseramento improprio denunciato dai Progressisti di Montorio, “non c’è bisogno di parlare perché la magistratura farà il suo corso. Invece ho come l’impressione che ci siano fatti personali sotto le polemiche. Ma a quelli che fomentano queste cose vorrei ricordare che la politica non funziona in questo modo, non possiamo ‘odiarci e ucciderci’ ma bisogna mediare, eventualmente mettersi in competizione e accettare il verdetto degli elettori”.
Per Minosse, dunque, si ripartirà, dai nuovi segretari, o dalle riconferme, nei diversi circoli territoriali, ma con una ferma contrapposizione nei confronti di chi porta avanti solo “posizioni personali”. E con la rinnovata fiducia accordatagli dalla base del partito, c’è da scommettere che la guerra dei veleni continuerà a lasciare vittime sul campo.