Atri. E’ trascorso quasi un mese dall’approvazione in Consiglio del Piano Regolatore del Comune di Atri. Un mese di polemiche, scontri politici, difese d’ufficio e silenzi “assordanti”.
Ma il trascorrere del tempo a volte non conta, perché il dibattito resta aperto e sulla questione torna, oggi, il segretario comunale de La Destra, Roberto Marchione, secondo cui è “assurdo che nel comunicato del Direttivo Provinciale del Pdl si esalti il lavoro dell’Amministrazione atriana per quanto riguarda il Piano Regolatore ‘dimenticandosi’ che la consigliera atriana di maggioranza ‘dissidente’ Angela De Lauretis fa parte dello stesso Direttivo (non ci risulta si sia dimessa). Riteniamo illogico il comunicato a firma del capogruppo consiliare del Pdl Francesco Filiani. Innanzitutto il consigliere Davide Di Giacinto non ha affatto partecipato a tutte le votazioni perché incompatibile. Vorremmo anche capire a quale titolo Filiani pretende di parlare a nome di tutta la maggioranza dicendo che la stessa è ormai composta da soli dodici elementi, non facendo evincere in nessun modo che lo fa eventualmente anche a nome del sindaco, del Consigliere Socialista e del cosiddetto ‘indipendente’, ‘dimenticando’ che i consiglieri De Lauretis e Di Quirico finora non hanno mai formalmente lasciato il Gruppo consiliare del Pdl. E poi il Pd: troviamo fuori luogo le loro uscite contro il Piano Regolatore, quando il loro consigliere non ha partecipato alla seduta consiliare. Con quale coraggio parlano dopo aver evitato di affrontare la seduta consiliare? Ormai non possiamo neanche più parlare di una maggioranza autoreferenziale, bensì di un’Amministrazione autoreferenziale, che nell’adozione dei nuovi strumenti urbanistici è stata grottesca, non curandosi delle reali necessità dell’intera cittadinanza e non ascoltando gli stessi membri della loro maggioranza. Hanno adottato questi strumenti urbanistici pretendendo di farlo a modo loro, con una maggioranza risicatissima, dopo ben 5 sedute consiliari, con due consiglieri di maggioranza e uno di opposizione incompatibili per un mese e poi magicamente e improvvisamente compatibili. Un vero e proprio obbrobrio condito da vari vizi procedurali che rischiano di rendere invalido tutto e far subire ricorsi al Comune di Atri. Chi ha sbagliato, politici o dirigenti, si deve dimettere. La Destra ritiene che la revisione degli strumenti urbanistici fosse necessaria per riparare agli errori delle passate Giunte, ma la situazione è addirittura peggiorata. Nessun piano di sviluppo per il commercio, un fantomatico uso zero del suolo, l’autoglorificazione dell’aver fatto bene perché si facilita la costruzione nel centro storico, forse non rendendosi conto che il centro storico si spopola per i più alti prezzi che i cittadini, con la crisi in atto, riescono sempre meno a pagare. E’ vero che sono state previste aree verdi, ma come sempre solo sulla carta, delegate ai posteri. A tutto questo bisogna aggiungere i problemi legali che potrebbero derivare dati i tanti vizi rilevati nell’iter di approvazione. Innanzitutto non è stata pubblicata all’albo pretorio l’integrazione dell’ordine del giorno riguardante l’integrazione delle proprietà immobiliari di un consigliere. La seduta, inoltre, è stata convocata come ‘urgente’ e invece si è deliberato come se fosse un Consiglio Ordinario. Insomma un bel pasticcio. Auspichiamo che il Consiglio Comunale non approvi i verbali di quella seduta, ritiri in autotutela il Deliberato riguardante gli strumenti urbanistici e, se così non fosse, chiediamo che tutti i consiglieri comunali, di maggioranza e opposizione, che credono in una politica giusta e rispettosa delle regole, impugnino questi atti per chiederne l’annullamento, per evitare altri eventuali danni alle casse comunali. Altrimenti risulterebbero complici”.