Una polemica che, a volerla dire tutta, sta assumendo contorni che vanno ben al di là del diritto alla salute. Si comincia a “giocare” troppo, dall’una e dall’altra parte. E il che non fa certo bene. Al paziente in primis. Per lui i problemi sono ben altri.
Ma restiamo ai fatti, dopo questa (doverosa) premessa.
Camillo Antelli, dunque. Il direttore sanitario torna a parlare del “caso Oncologia” e lo fa “a tutela della professionalità di quei colleghi oncologi che, pur ‘sottratti’ alla vecchia, singolare e personalistica organizzazione dipartimentale che contraddistingueva e contraddistingue la gestione della Unità Operativa Complessa di Oncologia del presidio ospedaliero di Teramo, operano quotidianamente con grande spirito di sacrificio e disinteressato senso del dovere”.
Elemento, questo, che in realtà non è mai stato messo in discussione.
Il direttore sanitario della Asl si riferisce in particolare ai medici che gestiscono il day hospital oncologico dei presidi di Giulianova e S.Omero (Sonia Di Felice, Francesca Fabbri, Ester Pasqualoni e Amina Di Gennaro). Lo fanno “seguendo i loro malati in silenzio, senza andare sulla stampa forse perché occupati a curarli con amore, senza nulla pretendere se non la loro immensa e imparziale stima e gratitudine”.
E a testimonianza di ciò, chiama in causa una serie di fax e messaggi giunti in sede, allegando anche il documento con cui si è decisa la modifica dell’assetto provvisorio estivo dell’area medica del presidio di Teramo.
Fax_Oncologia_Teramo.pdf