Atri. Un iter travagliato che, alla fine, ha comunque portato ad un risultato. Ed ecco che, in una calda giornata di agosto, il consiglio comunale di Atri ha approvato, non senza difficoltà, tre nuovi strumenti urbanistici, come il piano regolatore, quello del centro storico e quello agricolo.
Una questione che di certo non ha lasciato indifferenti gli interlocutori politici, che oggi tornano sull’argomento a partire dal gruppo consigliare dell’Udc ducale.
“In primo luogo” si legge nella nota “il nuovo Piano Regolatore si basa su dati statistici risalenti ad oltre un decennio fa, ancor prima che fosse approvato il piano realizzato dall’allora amministrazione Basilico, mostrando quindi la sua anacronisticità e il suo pressappochismo. Il piano del centro storico limita, da un lato, ogni sorta di modifica e, dall’altro, con lo strumento della scheda progetto, consente ai soli titolari dei plessi così individuati margini di manovra altrimenti impensabili. Le norme concernenti l’edificabilità delle zone agricole, infine, presentano parametri fuori luogo e per l’estensione delle proprietà e per le caratteristiche dei terreni, tanto che di fatto la questione riguarderà solo pochi doviziosi possidenti. Nulla, infine, circa lo sviluppo delle aree a vocazione artigianale, industriale, commerciale e ricetti zia”.
L’Udc di Atri si dice, dunque, contrario ai provvedimenti adottati e annuncia che, nei prossimi mesi, lavorerà “ancora più dettagliatamente allo studio dei piani, già a partire dalla fase delle osservazioni”. Ricorda, inoltre, che questa amministrazione è riuscita a racimolare i voti utili all’approvazione solo in seconda convocazione, attraverso le dichiarazioni di compatibilità di un consigliere ed un assessore, che fino a dieci giorni prima, sempre in consiglio comunale, si erano, invece, dichiarati incompatibili”.
Un grido di dissenso si alza anche dai banchi della maggioranza. A chiedere un maggiore confronto e coinvolgimento di tutti sui piani urbanistici sono i consiglieri Angela De Lauretis e Maurizio Di Quirico.
“Nessuno ha mai preteso di imporre nulla” dichiarano “ma è stata soltanto richiesta la partecipazione, il dibattito democratico alle scelte concrete; chi ha negato questo oggi vuole far passare questa richiesta come imposizione: nulla di più falso. Il tema della pianificazione” aggiunge De Lauretis “necessita di un dibattito e di un percorso dialettico continuo, non a spot, che segua passo dopo passo il processo di costruzione delle linee di sviluppo futuro. Questo è ciò che ho chiesto e manifestato ripetutamente anche al partito. Non è stato concesso nessuno spazio e le riflessioni che ho immaginato, e che avrei desiderato esprimere all’interno della maggioranza, hanno trovato manifestazione soltanto nell’unico spazio deputato istituzionalmente al dibattito circa i temi di interesse collettivo, l’Assise Comunale. Ho posto delle riflessioni sui temi che, secondo me, andavano affrontati all’interno della maggioranza, con meticolosa attenzione e non con tempi affrettati. Le tante incompatibilità, alcune delle quali trasformatesi in compatibilità ‘dell’ultimo minuto’ nel Consiglio del 24 agosto, sono il segnale che altri consiglieri hanno avuto perplessità sui nuovi strumenti urbanistici. Ma proprio nessuno si è accorto della presenza del Consigliere Maurizio Di Quirico che ha espresso il suo pensiero contrario all’adozione dei Piani?”
Quest’ultimo, indipendente nel gruppo di maggioranza, tiene a ribadire anzitutto che condivide la richiesta di confronto, che è stato presente in aula fino a quando l’ora tarda non lo ha costretto ad abbandonare e non prima di esprimere il suo parere negativo ai Piani.
E sulla questione interviene anche l’Italia dei Valori della cittadina ducale che, con il solito stile pungente e provocatorio, dichiara, in una nota, che “se la qualità di un’amministrazione fosse valutata dalla tenacia e dall’impegno profuso nel raggiungimento dei propri obiettivi, la nostra si troverebbe in buona posizione. Se però si prendessero in considerazione altri elementi, quali l’opportunità, l’utilità, l’economicità, la fattibilità e la percorribilità di alcune procedure, allora non potremmo non ritenere la nostra amministrazione comunale dedita all’improvvisazione”.
Il partito dipietrista evidenzia “la testarda volontà di portare all’approvazione in tempi così brevi, e a distanza di poco più di otto anni dall’adozione dell’ultimo piano urbanistico, un nuovo strumento che , sul piano tecnico-programmatico non produce alcuno stravolgimento e che si limita al mero spostamento di aree, senza una ben chiara progettualità per il futuro di Atri. Dov’è finito poi il fatidico e ultra decantato consumo zero del territorio? E la fase di concertazione? Come si spiegano poi le innumerevoli aree di nuovo inserimento? Possiamo chiederci se i cittadini siano contenti di dover sborsare diverse centinaia di migliaia di euro per un atto tanto inutile e che l’ufficio tecnico comunale avrebbe potuto e dovuto realizzare a costo zero? Ed allora perché tanta fretta? Perchè la ricerca imperterrita di un numero legale che non voleva proprio arrivare?”
A questo proposito, viene fuori l’ironia, quella pungente. E l’Idv chiama in causa San Paolo, folgorato sulla via di Damasco. “Un’orda di consiglieri si ritrova miracolata e d’improvviso compatibile con l’importante ruolo. Persino dagli scranni dell’opposizione qualcuno viene colto da tale conversione ed ecco che il Comune torna a traboccare di una ventata di nuova e immacolata compatibilità. Come spiegarsi tale comportamento? Comunque, il dado è tratto, i piani urbanistici sono stati adottati per le successive osservazioni. Non possiamo affermarlo con certezza, ma dubitiamo che porteranno benessere e sviluppo alla collettività. Sappiamo invece con certezza che tale amministrazione dovrebbe riflettere sulla propria legittimità politica a governare la nostra città. Consiglieri ed ex assessori hanno esternato la loro insofferenza. Solo l’opportunismo politico è riuscito a stento a trattenerne qualche consigliere, garantendo di fatto una mera maggioranza numerica. Ma è ovvio che l’armonia è sparita da un pezzo e le strade sono ormai divise”. Infine, un accenno alla questione economica. “In una situazione di così grave crisi” si legge ancora nella nota dell’Idv “non si possono imporre alla cittadinanza sacrifici derivanti da scelte inopportune infruttifere e arbitrarie. Basti pensare al festival del reportage, al piano strategico, ai piani urbanistici, costati con stima per difetto, oltre un milione di euro. Grazie di cuore a tutta la maggioranza e arrivederci al prossimo mutuo”.