In questi giorni di fine estate, infatti, è stata in qualche modo resa pubblica la volontà di alcuni imprenditori di realizzare delle centrali a biomasse nella zona al confine tra l’Abruzzo e le Marche. Gli impianti per i quali sono stati presentati dei progetti (in Comune per quelli di Controguerra, che sono tre e anche in Regione per quella di Colonnella, che è di 6 megawatt) in totale sono 4: tre a Contoguerra e uno decisamente più grande a Colonnella, nella zona di Vallecupa, nei capannoni dell’Italiana Manifatture (di fianco all’Atr), presentato da una società di Tortoreto e che per essere alimentata brucierà sostanze organiche, come legna e scarti agricoli e altre sostanze smiliari. Secondo quanto riportato su una nota del comitato cittadino per la salute pubblica, che ha già iniziato una sorta di mobilitazione per opporsi alla realizzazione delle centrali (quella di Colonnella in maniera particolare), l’impianto “prevede un costo di circa 30milioni di euro e grazie al’automazione, molto spinta, offrirà lavoro a poche persone, per di più in una ambiente pericoloso per la salute. Per alimentare la centrale, infatti, servirebbero annualmente 10.400 tonnellate di legna l’anno, con l’immissione in atmosfera di 7 tonnellate di fumi l’ora e la produzione di 20 camion di cenere l’anno”. La preoccupazione del comitato, inoltre, nasce anche dal