Teramo. Dopo il video dello scorso che denunciava l’eccessivo zelo della polizia municipale di Pineto nella zona della Torre del Cerrano, i Giovani IdV Teramo ne hanno realizzato un altro per dare voce agli immigrati extracomunitari che lavorano in estate come ambulanti abusivi in spiaggia.
“Il video – ha spiegato Stefano Di Romualdo, Coordinatore Giovani IDV Provincia Teramo – è una risposta alle continue accuse di alcuni esponenti politici contro i “vu cumprà” e ai continui blitz ad opera delle forse dell’ordine che si traducono sistematicamente in sequestri, multe ed espulsioni. Gli intervistati sono venditori ambulanti trovati casualmente sulla spiaggia di Pineto che hanno dato disponibilità a rilasciare un’intervista spesso dopo lunghe spiegazioni per via del timore legittimo a parlare di fronte alla videocamera di uno sconosciuto. Gli intervistati non sono stati selezionati e tutti sono stati inclusi nel video con minimi tagli per ragioni di durata del filmato. Dal video emerge che si tratta di persone per bene, che nessuno di loro vorrebbe fare l’ambulante e che la scelta diventa obbligata ritrovandosi senza lavoro, senza una famiglia a sostenerli e a volte senza i documenti che gli consentirebbero di lavorare sul territorio italiano. Il tema dell’evasione fiscale che spesso viene invocato dagli intransigenti, si scopre non essere rilevante. La vendita di merci contraffatte non è tollerabile, la merce contraffatta va sequestrata, molto spesso però gli ambulanti immigrati si limitano a vendere merci comuni come bigiotteria, occhiali, magliette anonime, accendini, ombrelli ecc.. Alcuni di questi, soprattutto i marocchini sono spesso regolari e con una licenza di vendita. Non si capisce per quale motivo (sebbene legalmente previste) nell’ambito delle maxi operazioni debbano essere sequestrate tutte le merci appena descritte che non rientrano tra quelle contraffatte. Il sequestro della merce per chi possiede solo quella per sostenersi, significa perdere tutto. Il video – conclude Di Romualdo – vuole inoltre essere un motivo di riflessione per tutti coloro che invocano rigore e severità verso chi si trova, senza volerlo, a lavorare illegalmente in spiaggia”.