Maurizio Brucchi resta. Nel Consiglio comunale di questo pomeriggio dedicato alle interrogazioni il sindaco di Teramo ha sciolto le riserve comunicando la sua decisione di voler restare al proprio posto e rinunciando alle aspirazioni parlamentari fino a maggio 2019, fine naturale del suo mandato.
In una seduta cominciata con la presenza dei lavoratori della Tercoop, a cui il sindaco ha promesso la convocazione di un’apposita Commissione per risolvere la spinosa questione (seppure, come ha ribadito Brucchi stesso, “un solco sia stato tracciato” con la presentazione di un esposto in Procura da parte del consigliere del Movimento 5 Stelle, Fabio Berardini), il primo cittadino non ha negato che l’amministrazione abbia vissuto un momento particolarmente difficile.
Ma proprio per questo ha invitato tutte le forze politiche a lavorare ancora di più, perché la città ha bisogno di un’amministrazione, di una maggioranza e di un’opposizione.
“È in gioco il futuro della città” ha detto Brucchi, ” io resto al mio posto ma mi aspetto che tutti qui facciano lo stesso”.
E alle critiche pesanti che gli sono arrivate da “Futuro in”, Brucchi ha buttato acqua sul fuoco, definendole “un po’ sopra le righe”, sottolineando come la scelta di continuità data alla Teramo Ambiente, che aveva creato qualche malumore proprio all’interno del gruppo gattiano, fosse una scelta necessaria per traghettare la partecipata fino all’arrivo del nuovo socio.
Un discorso, quello del sindaco, che non trova terreno fertile nelle opposizioni che chiedono invece una maggiore chiarezza politica. Non gliele manda a dire il consigliere arancione Gianluca Pomante che, oltre a ricordare tutto quanto l’amministrazione comunale non abbia fatto finora, ha rivolto al sindaco accuse pesanti definendo l’attuale guida della città la vera calamità. Inoltre ha definito Brucchi il “trombato dall’attuale legge elettorale”, il “terzo incomodo” tra Paolo Gatti come primo nome di Forza Italia per il Parlamento, seguito da una quota rosa e solo dopo dal sindaco di Teramo.
Critiche anche da Gianguido D’Alberto di “Insieme possiamo” che ha definito “panorama desolante” la situazione attuale della città, con una “maggioranza distrutta” preoccupata solo della “distrubuzione di nomine e poltrone”.
E ha definito Brucchi un “isolato”, “ostaggio dei gruppi di potere” che ha portato la città all’attuale fallimento, scaricando sul futuro tutte le questioni ancora irrisolte.