Atri. “L’attuale discarica non produce alcuna forma di inquinamento e tutti i rifiuti abbancati sono controllati ed autorizzati. L’attuale invaso, come tutti gli invasi presenti in Italia, è sigillato ermeticamente sul fondo e non vi è alcun pericolo di fuoriuscita di percolato. Non vi è pericolo pertanto di inquinamento dei terreni, delle falde, dei ruscelli etc. Il percolato prodotto viene poi raccolto e smaltito in aziende autorizzate. Inoltre i rifiuti abbancati provengono da impianti denominati TMB (trattamento meccanico biologico). In sintesi, il rifiuto indifferenziato, ovvero già privo di plastica, legno, metallo, umido, carta, pile, etc., viene trito-vagliato e poi sottoposto a trattamento biologico. Il rifiuto che ne viene fuori è in definitiva assimilabile ad un inerte. Il Rifiuto di provenienza urbana (trattato e bio-stabilizzato)non è più capace di inquinare”.
Lo ha dichiarato il Consorzio Piomba Fino dopo le recenti critiche di partiti, movimenti e associazioni, ribadendo che “le criticità relative alla vecchia discarica (chiusa nell’anno 2006) sono state risolte, ed il sito è stato adeguato alle prescrizioni Regionali. Attualmente il sito della vecchia discarica è soggetto al piano di monitoraggio e controllo previsto dalla normativa vigente oltre che dai numerosi controlli effettuati dalle autorità preposte”.
Dopo i chiarimenti Alessandro Italiani ha deciso di evitare di controbattere alle polemiche perché è una “figura istituzionale” ed” in quanto tale deve essere rispettosa delle opinioni di tutte le parti senza entrare in alcuna polemica. Ho il dovere, però, di tutelare l’Azienda speciale consortile (Ente pubblico economico dotato di autonomia imprenditoriale) da dichiarazioni lesive della propria capacità imprenditoriale, atte a provocare danni di immagine ed economici. Ribadisco, in quest’ottica, con forza e determinazione, che l’attuale gestione della Discarica non produce danni ambientali. La Gestione dell’attuale discarica produce un utile netto per il Comune di Atri di circa 250.000,00 euro, ovvero 2,50 euro per tonnellata abbancata. Tale somma, per legge, dovrà essere utilizzata per opere di mitigazione dell’impatto ambientale o opere similari o per la riduzione della tassazione, attraverso la firma di una convenzione voluta e giustamente ottenuta dal Sindaco di Atri, Astolfi, già dal 2015. Le indennità future invece potrebbero arrivare ad essere di circa 3,75 euro tonnellate per un totale di circa 1.200.000,00 euro”.
Sull’ampliamento della discarica di Santa Lucia la posizione del Consorzio “è esattamente in linea con la programmazione Provinciale e Regionale, con l’applicazione della Legge Regionale n°36/2013, con la pianificazione impiantistica Provinciale e Regionale e con il piano programma approvato dai Sindaci del Consorzio Piomba Fino già dal 2015 (Delibera di Assemblea Consortile n°7 del 30/10/2015). Si sottolinea, dunque, che l’ampliamento della discarica è già previsto, da più di un decennio, sia dalla pianificazione di settore Provinciale che da quella Regionale. L’ampliamento era previsto sin dalla prima stesura del piano provinciale dei rifiuti della Provincia di Teramo. Nel 2009 sono stati autorizzati dalla Regione Abruzzo la costruzione e l’esercizio di un primo lotto dell’ampliamento complessivo per 90.000 metri cubi (attualmente in esercizio), i rimanenti 360.000 metri cubi sono stati poi confermati dalle programmazioni Provinciali e Regionali successive”.
In pratica ampliamento previsto e gestione del Consorzio nel rispetto delle regole, così come Italiani ribadisce che il commissariamento è avvenuto “per l’applicazione della Legge Regionale n°36/2013 e non per negligenze o mal governo. Tale Legge prevede l’istituzione dell’Agir ed il confluire di tutte le funzioni espletate localmente dai vari consorzi o società in un unico ambito. La stessa legge impone inoltre che i consorzi, proseguendo le loro attività, perseguano la possibilità di unirsi nell’ambito applicativo del Piano Regionale dei rifiuti e dei suoi assetti impiantistici, tendendo alla creazione di un’entità di ambito territoriale”.
Italiani conclude invitando tutti a far visita alla discarica e poter osservare in prima persona il rispetto della normativa: “nel segno dell’assoluta trasparenza delle attività consortili, abbiamo già aperto le porte della Discarica e dei nostri uffici; attraverso un progetto, abbiamo ospitato in Discarica i numerosi ragazzi dell’Istituto ZOLI di Atri e di altri poli scolastici. Il Consorzio ha organizzato unopen day; i cittadini ed i visitatori hanno potuto constatare che la Discarica, contrariamente ai luoghi comuni, non è una pattumiera. E’ bene precisare che la discarica di Atri non è una pattumiera, ma un luogo di lavoro organizzato e rispettoso delle regole. Resta difficile far comprendere ai cittadini la notevole diversità rispetto alla gestione della vecchia discarica, ma questo è anche un nostro compito. Resta altresì evidente che gli stereotipi devono essere combattuti con il lavoro ed il rispetto delle leggi al fine di far capire che il luogo dove destinare i rifiuti prodotti dall’uomo può e deve essere integrato appieno nella natura, rispettando i criteri di salvaguardia ambientale. Tanti ne hanno parlato, ma nessuno ha la reale conoscenza e consapevolezza dello stato attuale della Discarica di Santa Lucia di Atri”.
Chiarimenti che però non hanno spento la polemica intorno alla discarica di Santa Lucia e alla sue gestione. Al coro dei contestaori si è unito anche Articolo 1-MDP Atri che ha aggiunto: “Il Comune di Atri è membro di un consorzio di Comuni e, in questa veste, ha già ampiamente svolto un ruolo determinante, subendo, in termini ambientali, sociali, economici, ripetuti sacrifici. Sul nostro territorio è stata impiantata una discarica di rifiuti, successivamente ampliata; adesso si vorrebbe procedere a un altro ampliamento e poi, chissà, a un terzo, un quarto e a un quinto. Arriveremo al punto che i cittadini saranno sfrattati per far posto ai rifiuti? Ci accorgeremo, troppo tardi, che l’enorme discarica sta avvelenando le nostre acque, i nostri terreni, la nostra aria? E’ a dir poco paradossale prevedere un ulteriore ampliamento di una discarica adiacente a un Sito di Interesse Comunitario e a una Riserva naturale che rappresenta un fiore all’occhiello per la nostra Città ed esercita un forte richiamo turistico. A fronte del sacrificio sopportato dalla Città, i cittadini non hanno goduto di alcun beneficio.I cittadini differenziano e riciclano i rifiuti, ma, anche da questa certosina attività, non ricevono benefici, se non indiretti; in tanti anni, infatti, non si è concepito un sistema premiale che incentivi i cittadini più virtuosi”.
E sulla gestione dell’ex discarica ad Articolo 1 “non risulta che siano state operate bonifiche nel senso tecnico del termine, né sappiamo se si stiano accantonando le somme per le future, necessarie bonifiche. Speriamo, almeno, che la discarica sia in sicurezza e non rappresenti una bomba ecologica pronta ad esplodere: sul punto, comunque, si auspica un immediato intervento delle autorità sanitarie. La discarica di Contrada Santa Lucia riceve rifiuti anche da fuori regione, ma neppure questo sacrificio ha prodotto benefici dal punto di vista delle imposizioni fiscali. Se poi si continuerà a far conferire comuni non consorziati, il secondo ampliamento voluto dal Commissario, che noi combatteremo in tutte le sedi, si rivelerà ben presto insufficiente”.
Articolo 1, dunque, “biasima e stigmatizza l’iniziativa unilaterale del Commissario e, prima che si proceda oltre, chiede al Sindaco Astolfi di convocare urgentemente un’assemblea pubblica, con la presenza di tute le forze politiche locali, e associazioni ambientaliste, per discutere e approvare una linea e un documento comuni per scongiurare l’ulteriore ampliamento della discarica di Santa Lucia, attiveremo tutte le iniziative politiche e non, a tutti i livelli locali, regionali e nazionali, al fine di bloccare questo ulteriore scempio a danno di Atri. Ci chiediamo cosa pensano i consiglieri regionali della provincia di teramo sia essi del Pd e del cdx, eletti con i voti determinanti dei cittadini di Atri, illusi dalle promesse nn mantenute come quelle fatte da Monticelli, che hanno portato alla chiusura del punto nascita. Se il Presidente D’Alfonso ha a cuore le sorti del nostro territorio, deve immediatamente revocare l’incarico al Commissario del Consorzio Piomba-Fino”, conclude.