Un tentativo di mascherare senza pudore il clamoroso fallimento del progetto di housing sociale di via Longo.
Per il consigliere comunale di opposizione, Gianguido D’Alberto la delibera con cui l’amministrazione comunale teramana chiede il soccorso della Fondazione Patrimonio Comune dell’Anci per uscire dal pantano politico, amministrativo, economico e sociale in cui il centrodestra teramano ha costretto se stesso, il Comune e soprattutto i cittadini residenti è l’evidente dimostrazione dell’incapacità della Giunta capitanata da Maurizio Brucchi.
“Anziché manifestare compiacimento”, scrive D’Alberto in una nota, “avrebbe solo dovuto chiedere scusa per aver esposto il Comune a gravi rischi finanziari e soprattutto per aver avviato un progetto che si è dimostrato nei fatti sballato, inadeguato, costruito sulla pelle dei cittadini residenti, che hanno subito scelte cui non hanno partecipato e che i più non hanno condiviso, con l’amaro risultato che ancora oggi tante famiglie, dimenticate anche dalle ultime parole del primo cittadino, sono in bilico e continuano a vivere nell’incertezza”.
Il progetto iniziale, avanzato dalla stessa SGR individuata senza gara ad evidenza pubblica, come ricorda il consigliere, è stato avviato 5 anni fa e solo ora ci si sarebbe accorti delle necessità di una consulenza.
“Non è stato fatto nessun passo avanti”, prosegue D’Alberto, “e il risultato oggi è impietoso: i tempi per la realizzazione del progetto di Housing Sociale sono tutti superati, lo scellerato cronoprogramma di mobilità dei residenti è ripetutamente saltato, le aree e gli immobili interessati hanno subito una svalutazione a causa dei ritardi, il patrimonio di edilizia residenziale pubblica del nostro territorio è sempre più svilito. E, come se non bastasse, con la delibera recentemente approvata si dilazionano ulteriormente i tempi senza dare certezze alle famiglie, continuando a gettare fumo negli occhi anche sui costi. In particolare sui costi della consulenza pari a 20.000 euro più iva che non sarebbero a carico del Comune; la verità è che in caso di non aggiudicazione della gara tale importo è interamente a carico del Comune”.
Oltre a ciò c’è il rischio delle penali, visto che l’accordo sottoscritto con Investire SGR nell’aprile 2014 (nullo a detta degli stessi uffici del Comune), potrebbe esporre l’amministrazione al pagamento della cifra di 150.000 euro, oggi salita ad oltre250.000 euro secondo le richieste contenute nella manifestazione di interesse della stessa SGR.
Per D’Alberto, dunque, una possibile riqualificazione di Via Longo può passare solo attraverso il ritorno in Consiglio comunale, unico organo competente, considerando anche la netta riduzione di abitazioni popolari che passerebbero da 96 a poco più di 15 di questa proposta.