“E’ una scelta folle” commenta Mirko De Berardinis, che prende le distanze dal “toto-accorpamenti”. “La provincia di Teramo” aggiunge “ha una grande storia e non può perdere il suo ruolo di comune capoluogo. E poi, con tutto il rispetto per le altre province abruzzesi, ma Teramo è municipio sin dai tempi dell’antica Roma, quando altre città non esistevano ancora”.
Insomma, Teramo Nostra non assisterà inerme all’ennesimo “scippo”, dopo quello del 1927. “In quell’anno” ricorda Sandro Melarangelo “la provincia di Teramo fu pesantemente penalizzata a favore della costituenda provincia di Pescara. Su 74 Comuni, 34 le furono scippati. Tra questi, Penne, Loreto Aprutino, Città Sant’Angelo, Torre de’ Passeri”.
Ancora una volta, corsi e ricorsi storici, strettamente legati, secondo i rappresentanti dell’associazione culturale, ad una classe dirigente poco attenta al territorio. Senza distinzione di colore politico. Da qui l’appello alle istituzioni locali ed ai parlamentari teramani, affinché si facciano portatori delle istanze che arrivano appunto dal territorio. “Naturalmente non ci fermeremo qui” annuncia Melarangelo. “Siamo abituati alle battaglie e siamo pronti a mettere in piedi sit in di protesta contro l’esimio economista Monti”.
Marina Serra