Proroga contratti lavoratori Asu in Val Vibrata. Sel: sindaci immobili

sel_logoVal Vibrata. “Un’occasione persa per i Comuni della Val Vibrata”. E’ queste l’espressione usata da Alfredo Centinaro, coordinatore del Sel Val Vibrata, per commentare la “non decisione” dei sindaci della Val Vibrata sulla possibilità di prorogare il contratto dei lavoratori Asu in servizio nei vari enti della vallata.

Il termine per chiedere alla proroga (in Val Vibrata sono 48 i lavoratori interessati) scadeva ieri 4 luglio. “Con grande rammarico, ravvisiamo che i sindaci dei dodici comuni hanno palesemente ignorato il problema seppur avvisati e sollecitati non solo da noi ma anche dal Cicas”, si legge nella nota. “ Nessuna delle amministrazioni comunali, ad eccezione del Comune di Sant’Omero, ha preso in considerazione il problema tanto da non discuterne e nè tanto meno per promuovere una mozione che permettesse una proroga e la creazione di percorsi di stabilizzazione diretta o indiretta con cooperative o enti a partecipazione pubblica, come richiesto esplicitamente dai consiglieri comunali di Sinistra ad Alba Adriatica. Ad assumersi la responsabilità di negare uno spiraglio di ottimismo ai lavoratori e di sottrarre ai comuni della Val Vibrata un personale vitale per le attività quotidiane, sono state sia il centro-destra che il PD. Il segnale che viene fuori è emblematico: le attuali classi dirigenti sono state lontane dai problemi reali della gente e del lavoro mai come in questa occasione. Si è persa una vera occasione di dimostrare che la politica c’è ed è attenta ai cittadini e che a maggior ragione esiste una Sinistra che sia realmente in grado di tornare a parlare dei veri temi e lotte che da sempre sono stati nel proprio Dna abbandonando ideologie astratte e soliti stratagemmi elettorali. SEL Val Vibrata non si arrende e continua a stare dalla parte dei lavoratori con la Federazione Provinciale SEL e l’impegno del Consigliere Regionale SEL Caramanico visto che gli interventi per ammortizzatori sociali in deroga hanno ancora un residuo in Regione Abruzzo 16 milioni di euro”.

 

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