Un polo scolastico nell’area dell’ex Menti? Daniele Laurenzi, capogruppo de La Fonte Uniti per Nereto, prende una posizione netta sulla proposta illustrata ieri dall’amministrazione comunale.
Laurenzi non è contrario all’idea sul piano concettuale, ma avanza interrogativi e riflessioni sulla proposta.
“Sulla necessità in chiave prospettica di un nuovo polo scolastico”, scrive Laurenzi, ” non abbiamo nulla da eccepire, ma anche riflessioni vanno fatte. Riteniamo che l’area in questione non sia sufficientemente dimensionata per accogliere così tante strutture o mere proiezioni di esse, tuttavia riteniamo sospetta questa individuazione univoca e mirata. Riteniamo inoltre che la maggioranza doveva, già da tempo, aprire una discussione pubblica sulle strutture scolastiche esistenti (materna, elementari e medie) plessi oggetto negli anni di numerosi interventi di messa in sicurezza, grazie alla responsabilità delle amministrazioni che si sono succedute e che hanno posto in essere lavori utili e in linea con le norme esistenti all’epoca degli stessi. Mi chiedo oggi non si poteva o meglio doveva o meglio, per essere tutti responsabili non solo a chiacchiere, non si può intervenire sulle storiche strutture esistenti? Siamo proprio sicuri della strada imboccata? Perché non sono stati redatti progetti e richiesto finanziamenti agli enti preposti per il miglioramento o l’adeguamento sismico degli edifici scolastici esistenti? Perché il Comune di Nereto invece ha intercettato solo risorse per l’efficientemente energetico e qualche controsoffitto? Ad ogni buon conto mi permetto di affermare che questa notizia determina passi da giganti se pensiamo che alcuni amministratori di oggi già dal 2012 dai banchi dell’opposizione erano contrari a qualsiasi tipo di riconversione dell’area degradata in questione, oggi a distanza di 7 anni conosciamo finalmente qualcosa di concreto del loro pensiero”.
Questione Menti. “L’amministrazione è veramente esilarante”, prosegue, “appena insediata (giugno 2014) bloccava i lavori dell’auditorium e del museo sull’area dell’ex campo sportivo Romeo Menti. Sono passati tre anni di strumentalizzazioni, verifiche, indagini, investigazioni, scoop giornalistici e soprattutto pareri legali e tecnici, dapprima incentrati sulla gara d’appalto e poi su aspetti progettuali e carenze tecniche (che se saranno confermate, naturalmente da organi terzi, determineranno la costituzione della ex giunta quale parte lesa e l’individuazione delle soggettive responsabilità) oltre alla ormai boutade della mancanza di soldi, aspetto sconfessato finanche dal parere legale commissionato dai nostri amministratori (750.000,00 Fondazione Tercas, 300.000,00 mutuo e 400.000,00 Regione Abruzzo) soldi tutti intercettati dall’amministrazione del Sindaco Minora. Intanto però la ditta che si era aggiudicata l’appalto del 1° lotto (ebbene sì anche il vecchio progetto era articolato in lotti) diffidava il Comune (2015) e nel 2016 risolveva il contratto invocando l’illegittimità della sospensione disposta da questa amministrazione, chiedendo euro 200.000,00 di risarcimento danni (questi documenti sono saltati fuori solo qualche settimana fa infatti inizialmente è stata negata pubblicamente l’esistenza poi c’erano ma non si ritrovavano nei meandri del protocollo comunale e alla fine per evitare omissioni finalmente sono riapparsi) nel frattempo nel dicembre 2016 avevamo proposto (n.5 consiglieri comunali dei gruppi La Fonte Uniti per Nereto e Direzione Futuro) al Consiglio Comunale l’approvazione di un ordine del giorno tramite proposta di delibera-atto di indirizzo per la ripresa dei lavori previo necessario raccordo tecnico tra i lotti, invocando la continuità amministrativa e altresì l’interesse pubblico prevalente che era ed è quello di realizzare l’opera al cospetto di biechi e faziosi comportamenti di chiusura. Ebbene la maggioranza al momento della votazione si è alzata e tutti i consiglieri soni scappati via compreso il Sindaco nella sua duplice veste di Presidente del Consiglio Comunale dimenticando di verificare il numero legale venuto meno. Inoltre a distanza di un ulteriore anno di inerzia da parte del Comune di Nereto, oggi scopriamo che la giunta ha deliberato il recesso dal contratto d’appalto (con parere tecnico contrario e quello contabile sibillino).
Ci chiediamo: per quanto attiene al “nuovo” lotto culturale si tratta solo del cambio del nome? Se così benissimo ma questa struttura con quali risorse economiche si realizzerà? Con i soldi che c’erano prima…? Quindi c’erano. E soprattutto dove sono i nuovi progetti con i relativi quadri economici delle opere? È ancora quanto costa questa nuova grande visione strategica?
Infine è necessario dare notizia che qualche mese fa sempre la giunta ha approvato un progetto esecutivo per la riconversione del bocciodromo comunale teso alla realizzazione anche qui di uno spazio culturale per un costo totale di euro 1.200.000,00. Questa ulteriore visione strategica è supportata da un progetto (poi vedremo come è stato individuato il tecnico o i tecnici e con quali risorse verranno pagati) ma non è coperto da fonti certe di finanziamento, al momento non ci sono i soldi o meglio sono stati richiesti alla Regione Abruzzo. Ricapitolando: questa esilarante e brillante amministrazione è veramente da applausi: sul Romeo Menti ci sono euro 1.400.000,00 però dopo tre anni di blocco non si può fare niente o meglio se proprio ci si deve fare qualcosa bisogna prima cambiargli almeno il nome ma bisogna aspettare l’individuazione di un tecnico che andrà a redigere il nuovo progetto e, soprattutto occorrerà perdere ancora del tempo e aspettare quindi le elezioni (altrimenti la buca non si vedrebbe più e di che parliamo) invece al bocciodromo non ci sono i soldi ma c’è il progettista con il progetto di euro 1.200.000,00. Due è meglio che uno. La politica dei due forni utile per la vicina anzi vicinissima campagna elettorale”.