E’ l’invito, esplicito, che la Cisl-Fisascat, lancia al Comune di Tortoreto e alla prefettura di Teramo, che aveva assunto un ruolo di mediatore nella vertenza relativa alle difficoltà con le quali convivono i lavoratori che restano servizio sugli scuolabus (autisti e assistenti). Il nuovo affondo del sindacato è frutto della recente posizione assunta dalla società, che il 25 maggio, con una mail di tre righe, ha comunicato che non aveva la liquidità di pagare gli stipendi. E questo, nonostante l’avvio pregresso della vertenza e lo sciopero dello scorso 2 maggio, che aveva avuto l’effetto (almeno quello) di consentire ai lavoratori di incassare gli stipendi arretrati. Ora, però, la situazione si è di nuovo riproposta. “ Comune prefettura” si legge nella nota del sindacato, “ devono prendere atto del nuovo irrigidimento della proprietà, che rende impossibile procedere per il futuro con il servizio e trarne le dovute conseguenze. A questo punto, l’unica soluzione possibile è che il Comune di Tortoreto prenda atto della impossibilità di portare avanti il servizio scuolabus così come attualmente strutturato e proceda ad una rapida risoluzione contrattuale per tornare, congiuntamente al sindacato, a scrivere da capo un nuovo capitolo dell’importante servizio reso alla collettività. Nonostante gli sforzi, le aperture fatte per una risoluzione congiunta dell’intricata vertenza, le relazioni sindacali tra la ditta aggiudicataria, il Comune di Tortoreto e l’Organizzazione Sindacale sono rimaste sempre molto tese e non certo produttive di possibili soluzioni a vantaggio delle rispettive posizioni assunte. Il nuovo comunicato inviato dalla ditta ne è una prova tangibile”. Lo stessa organizzazione sindacale chiede all’amministrazione costiera di convocare, a breve, una riunione sul tema per tracciare un percorso utile a risolvere la questione. “In questo anno”, si chiude la nota, “ tale servizio è stato reso possibile solo grazie alla abnegazione e buona volontà degli operatori che nonostante pagamenti stipendiali unilateralmente dilazionati, che hanno lasciato i dipendenti senza soldi anche in periodi particolari dell’anno come il Natale e la Pasqua, orari di lavoro retribuiti nettamente inferiori a quelli effettivamente svolti e tanto altro, hanno continuato a lavorare con professionalità e profondo senso del dovere al fine di garantire un servizio importante per la collettività tortoretana”.