Ancora poche ore, dopo di che si conoscerà il destino del sindaco Francesco Mastromauro.
Domani poco dopo mezzogiorno, infatti, il primo cittadino giuliese incontrerà nuovamente i rappresentanti della lista Civicamente, rappresentata in Consiglio da Luigi Ragni e Carlo Mustone, e del Partito Democratico. Le due espressioni dell’attuale maggioranza dovranno sciogliere quella riserva manifestata una settimana fa circa la disponibilità a portare avanti un programma di fine legislatura che dovrà impegnare la coalizione e quindi il nuovo esecutivo di governo per i prossimi 18 mesi.
Nella verifica di 7 giorni fa, durante la quale Mastromauro ha chiesto ai suoi alleati di esprimersi in qualche modo anche sulla fiducia nei suoi confronti, il pieno appoggio è arrivato solo dal gruppo Art1 di cui il sindaco è oggi espressione. Gli altri, il Pd e Civicamente, si sono riservati di esaminare lo stato dei fatti prima di pronunciarsi.
Mastromauro ha chiesto, per quanto riguarda il lavoro che il nuovo esecutivo dovrà affrontare, maggiore attenzione sulla manutenzione del territorio, del verde pubblico, delle strade che sono ridotte a groviera. Non promesse ma fatti.
Il Partito Democratico sino a qualche giorno fa era intenzionato ad assicurare l’appoggio esterno senza partecipazione in Giunta. Ipotesi poco gradita al sindaco che invece, nell’eventualità dovesse nominare la nuova Giunta vorrebbe riconfermare l’assessore Fabio Ruffini che è espressione del Pd. Chi invece potrebbe uscire dalla maggioranza potrebbe essere Civicamente.
Mastromauro non avrebbe quindi i numeri per andare avanti. Si ritroverebbe con il sostegno esterno del Pd (Jurghens Cartone, Adalberta Chiodi, Gabriele Filipponi e Federica Vasanella), l’appoggio pieno di Art1 (Danilo D’Emilio, Valentina Di Giulio, Lorenzo Di Teodoro e Valerio Rosci), quindi 8 consiglieri su una maggioranza che ne richiede almeno 10. Potrebbero mancare i 2 consiglieri di Civicamente.
Domani la verità. E’ chiaro al momento il futuro di Mastromauro appare incerto e l’ipotesi che possa dimettersi non è del tutto remota, con la città che finirebbe nelle mani del commissario prefettizio in attesa delle nuove elezioni.