E’ ancora bufera in Confartigianato: Roma manda il commissario e Teramo minaccia di non pagare le quote

luciano_di_marzioTeramo. Da una parte la riconferma di Luciano Di Marzio alla presidenza, dall’altra l’arrivo (previsto per domani) di un Commissario. La Confartigianato Teramo è sempre più spaccata in due e, tra notizie discordanti che si susseguono da una parte e dall’altra, diventa difficile anche mantenere il filo logico del discorso.

Tant’è, dalla sede teramana arriva l’ennesimo atto d’accusa e la nuova presa di posizione contro la gestione nazionale del presidente di Confartigianato Imprese, Giorgio Guerrieri, al quale lo stesso Di Marzio ha voluto inviare una lettera, dai toni abbastanza forti, che pubblichiamo di seguito.

 

Caro presidente Guerrini, constatiamo che invece di dare riscontro alle giuste richieste dei soci teramani, incurante della volontà degli stessi per come emersa dalle delibere assembleari adottate all’unanimità, si ostina e persevera nell’intento di colpire i soci dell’Unione Provinciale Artigiani di Teramo aderente alla Confartigianato Imprese, fornendo come unica risposta il tentativo di insediare unilateralmente un Commissario. Le rammento che all’assemblea riunitasi venerdì 20 aprile 2012, quasi 150 soci hanno deciso e deliberato di rigettare, come abbiamo già fatto con gli osservatori, il Commissario Omati, imposto dalla Confederazione ed in assenza di presupposti previsti dallo statuto Confederale. La presenza di Omati a Teramo non trova riscontro nei fatti, in quanto ad oggi non abbiamo ricevuto alcuna comunicazione ufficiale dalla Confartigianato nazionale. Comunque la sua presenza potrà servire per dare qualche chiarimento su uno degli episodi di cui siamo stati informati da Roma, anche se in forma anonima, che riguarda il costo dell’ultimo acquisto di immobili avvenuto, sembra, anche con la collaborazione di Omati. Non comprendiamo la grande attenzione che alcuni giornali riservano ai comunicati del sig. Di Pasquale, già da noi denunciato alla Procura

di Teramo, che seguita stranamente indisturbato a diffamare tutti, il quale come abbiamo più volte precisato non è Presidente onorario

dell’Associazione, anche in considerazione dei suoi gravi comportamenti passati, rilevati penalmente, avvenuti nel periodo, ormai per fortuna

passato da immemorabile tempo, della sua presidenza. Si rammenta che all’epoca il sig. Di Pasquale, appunto per la sua condotta, rilevata anche

penalmente, aveva causato danni di decine e decine di milioni alla Cooperativa di Garanzia e alla Confartigianato e che stava portando al

fallimento la Cooperativa azzerando il capitale sociale. Ci sorprende ancora di più che il presidente Guerrini, insieme alla sua Giunta Esecutiva, voglia tentare di sostituire gli attuali amministratori legittimamente voluti dai soci teramani con una inesistente e non voluta alternativa. Tutti i soci teramani si stanno determinando verso una forte critica sull’operato della attuale dirigenza della Confartigianato Imprese ed hanno assunto la decisione di evitare il pagamento delle quote associative riscosse tramite INPS (adesione che costa ai soci teramani quasi 112mila euro) che vengono utilizzate dalla Confederazione solo per mantenere la struttura confederale con stipendi ed indennità, senza alcuna seria politica sindacale che tenti di risolvere i preoccupanti problemi attuali vissuti dalla base associativa. Non è possibile che per il solo motivo di aver chiesto dei chiarimenti su come vengono spesi i nostri soldi a Roma il Presidente Guerrini voglia cercare di mettere fuori un’associazione che è stata forse tra le prime che hanno aderito alla Confartigianato Nazionale. Caro Guerrini, nel respingere il tuo invio di commissari a Teramo, in adesione alla volontà maturata dall’associazione di Teramo, ti rinnoviamo l’invito per una tua visita a Teramo per incontrare finalmente i soci dell’associazione di Teramo.In assenza, i soci dell’associazione teramana si sentono quasi pronti per inviare gli “osservatori” alla tua gestione”.

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