Ospedale San Liberatore, Atri avrà la sua Gamma Camera: la Asl rilancia il suo piano di interventi

atri_ospedale.jpg1Atri. Potenziamento si, potenziamento no. Declassamento si, declassamento no. Il balletto del San Liberatore è tornato in pista. Da una parte il sindaco di Pineto, Luciano Monticelli, e l’opposizione atriana che tornano ad annunciare battaglia alla luce del nuovo atto aziendale. Dall’altra la Asl di Teramo che rispedisce al mittente tutto e grida forte il suo impegno “nel rafforzamento del servizio di Medicina Nucleare dell’ospedale di Atri, dove ha sede il Servizio aziendale di Endocrinologia”.

Nel mezzo, l’Amministrazione Comunale, che non proferisce parola, anche se voci di corridoio dicono che l’aria sia alquanto tesa a Palazzo. Il “nodo”, neanche a dirlo, il San Liberatore. Ma gli atriani possono star tranquilli: il nosocomio atriano avrà presto la sua bella Gamma Camera. “La decisione dello sviluppo di Medicina Nucleare è del tutto naturale” si legge in una nota diffusa dalla Asl teramana “vista la collocazione e la attività altamente produttiva della unità operativa di Endocrinologia. Su quest’ultima la Asl ha già dimostrato di puntare in particolar modo, facendone una Unità operativa complessa, che come tale sarà dotata di un Direttore. Tuttavia, per ottenere un vero decollo del Servizio di Medicina Nucleare ad Atri sono necessarie azioni concrete e rapide”. Ed è a questo punto che l’azienda sanitaria punta il dito contro quelle “situazioni che negli anni si sono ‘incrostate’, producendo di fatto la paralisi e un gravissimo disservizio”. Parte da qui la decisione di stabilire “l’immediato rinnovo ad Atri della gamma camera, inutilizzata (in quanto inutilizzabile) da molto tempo. L’intenzione però è quella di fornire un servizio al territorio di grande efficienza e moderno. Perciò non si può prescindere dalla sicurezza, che si traduce in costruzione e allestimento di apposite stanze in cui trattenere per alcune ore dopo il trattamento i pazienti sottoposti a terapia radiometabolica (quella destinata, ad esempio, alla cura di molte patologie della tiroide). Le stanze sono indispensabili, anche se mai si è provveduto fino ad oggi ad attivarle, se si vuole garantire un servizio reale e non solo nominale, basato anche, oltre che sulle già esistenti alte professionalità, su locali perfettamente a norma di legge. Il paziente sottoposto a terapia radiometabolica assume, infatti, radioisotopi e va tutelato in ambiente protetto”. Basterà a convincere gli atriani che il loro ospedale non subirà alcun declassamento? Impossibile dirlo al momento, ma il dubbio è lecito. Intanto venerdì prossimo, il programma definitivo degli interventi sarà messo a punto nel corso di un’apposita riunione tra i vertici dell’ospedale di Atri, quelli di settore di Atri e della Asl, oltre naturalmente alla direzione aziendale.

 

Marina Serra


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