Nereto, consiglio disertato. Di Flavio: opposizioni aggrappate a cavilli inesistenti

Nereto. Dopo l’assenza in consiglio comunale e le accuse arrivate dalle minoranze, arriva la replica del sindaco Giuliano Di Flavio.

 

Una presa di posizione chiara quella del primo cittadino che parla di opposizioni “impegnate nel trovare inesistenti cavilli burocratici e normativi, sollevando solo strumentali polveroni sull’attività dell’amministrazione”.

 

Non ci sta Giuliano Di Flavio ad essere tacciato come il garante di un’amministrazione che non rispetta le regole.

 

 

Il controcanto. “Lo spettacolo dato dalle opposizioni”, dice “è oltremodo deprimente ed anche questa volta privo di ogni sostanza giuridica, perché contrariamente a quanto lamentato, gli atti del consiglio del 28 aprile sono stati messi a disposizione dei consiglieri ben prima dei 10 giorni previsti dalla normativa vigente. Infatti, tutti gli atti del consiglio sono stati pubblicati nell’Albo Pretorio online dal 14 aprile (alcuni addirittura ancora prima), quindi in una data perfettamente rispondente alla normativa; il problema è che l’opposizione, pur di non partecipare ai consigli, vede irregolarità anche dove non ci sono. Anche il parere del Revisore contabile dell’Ente è stato protocollato e messo a disposizione in data 14 aprile.

 

Ma gli errori, per non dire orrori, nelle affermazioni delle minoranze sono all’ordine del giorno: basta ricordare la ventilata irregolarità nell’approvare il bilancio in consiglio dopo il 31 marzo, smentita dalla stessa Prefettura la quale ha concesso, come ogni anno, ai Comuni la possibilità di derogare a tale scadenza (e tanti Comuni ne hanno fatto utilizzo). Per non parlare della vera chicca fornita dal Consigliere Di Felice che nello scorso Consiglio ha affermato, cosa davvero grave, che i cittadini di Nereto avrebbero potuto non pagare la TARI perché non deliberata entro la data di approvazione del bilancio (31 marzo); lui stesso invece, in un Consiglio del 30 luglio 2015, che lo aveva visto svolgere il ruolo di Presidente, aveva affermato pubblicamente (come riportato nella specifica delibera) che la mancata approvazione delle tariffe e aliquote TARI entro il termine di approvazione del bilancio di previsione avrebbe comportato la riproposizione delle tariffe e aliquote dell’anno precedente, come previsto dalla legge; con la conseguenza che i cittadini devono comunque pagare la TARI (la dichiarazione è agli atti). Un vero esempio di incoerenza politica ed amministrativa!

 

Invece il dato politico che si può ricavare da questa vicenda è quello di una minoranza pronta solo ad abbandonare le sedute di consiglio accampando motivazioni inesistenti e del tutto strumentali; una modalità di fare politica ed amministrare che alcuni di noi, quando erano in opposizione, non hanno utilizzato anche quando la regolarità degli atti e delle sedute non c’era. Diversità di stile, di comportamenti e di vedute politiche”.

 

 

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