E’ Manola Di Pasquale, ex consigliera comunale teramana e attuale dirigente regionale del Pd a lanciare una pietra nello stagno delle liste civiche e di quell’Abruzzo Civico, rappresentato ora dal consigliere arancione Gianluca Pomante, che ancora non ha mostrato con certezza da che parte stare, visto che in Provincia è alleato del Pd e in altre amministrazioni (vedi Roseto) siede sui banchi dell’opposizione. Perché unica alternativa all’amministrazione del sindaco Maurizio Brucchi, che da anni sarebbe senza un governo e programmazione, come sostiene la Di Pasquale, è il ricompattamento di quelle forze che si erano trovate insieme durante l’ultimo ballottaggio per tornare ad affrontare le questioni importanti della città con responsabilità.
“Teramo”, scrive la Di Pasquale, “non può diventare un ulteriore luogo di battaglia a scapito dei cittadini. Noi che ci siamo riconosciuti in un progetto e in un programma alternativo al centrodestra ora, non domani, dobbiamo essere chiari sulle nostre scelte e sul nostro futuro. Ci sono troppe cose da decidere e troppe cose da fare; poi, certo, si può continuare a condurre – e questa è una tentazione antica anche a sinistra – una schermaglia per le rendite di posizione ma Teramo avrà perso un’altra volta”.
E pur ribadendo le differenze e le peculiarità di ciascuno, “che ci sono e sono importanti”, la Di Pasquale invita a recuperare il tempo perduto da Brucchi che non avrebbe saputo affrontare. Ricostruzione, ospedale unico, università, imprese e commercio allo stremo, “gli errori persino imbarazzanti sul progetto del rifacimento del Corso – il cuore della città – , la rinuncia a gestire la vicenda del Teatro comunale e i conflitti, sul piano della programmazione culturale, che ne discendono; tutte le questioni socio-urbanistiche irrisolte semplicemente perché non affrontate”, sono per l’ex candidato sindaco temi da affrontare al più presto con serietà e decisione.
Ricordando anche come “a nessuno può essere consentito di continuare a galleggiare o, peggio, a strumentalizzare la sua debolezza per guadagnarsi un posto al sole o rifarsi una verginità”.